C’è una foto che circola da domenica e che ha schifato sindacati, politici e alcune delle più sacre penne del giornalismo italiano. Una foto che invece è sublime. Parliamo dell’immagine dei fattorini di Glovo, Deliveroo e simili, ripresi sabato sera mentre, durante la tempesta che sarebbe degenerata nell’alluvione di Bologna, circolavano con l’acqua alle ginocchia per consegnare in moto o in bicicletta i loro carichi di pizza, sushi e poke. Il mondo di sinistra ha emesso sentenza: che orrore le compagnie che li costringono a lavorare, che bastardi i clienti che hanno continuato a chiamarli per avere cibo a domicilio mentre il sindaco diceva di tornare a casa. E i sindacati hanno presentato denuncia in procura, mentre i politici minacciano battaglia a tutti i livelli. Ma siamo sicuri che questa battaglia sia davvero nell’interesse di quei lavoratori?
La verità è che quegli uomini non erano affatto costretti a uscire. La loro è stata una scelta, una scelta di vita. Una decisione che parte dalla scarsissima fiducia nelle favole che quei giornalisti, quei politici e quei sindacalisti raccontano loro sulla nostra società e sul lavoro. Gli articoli usciti ieri sui quotidiani curiosamente non usano mai la parola “migranti”, ma sappiamo bene che al 98% per cento quei fattorini sono stranieri. Gente partita dalle baracche che, nel caso di Bologna, ha dimostrato di aver voglia di riscatto. Quel riscatto che tanti italiani affamati hanno cercato un tempo all’estero, oltreoceano, in Germania, nelle miniere in Belgio o rimanendo nell’allora povera Italia per trasformarla in ricca. Quegli italiani sabato sarebbero andati a lavorare osi sarebbero chiusi in casa a frignare?
Hanno capito, questi fattorini, che non saranno certo i sindacati a farli uscire dalla miseria, ché Landini e compagnia i posti di lavoro li fan saltare più che crearli. Basta leggere le proposte della Cgil, la settimana lavorativa di quattro giorni, le battaglie di principio contro il governo. Tutta roba per chi ha già la pancia piena. Non li faranno uscire dalla miseria i consigli delle grandi penne. Perché se quei giornalisti sono arrivati a quelle posizioni, è perché un tempo anche loro sono usciti a lavorare sotto i diluvi. Così ora possono stare al caldo a scrivere commenti ipocriti.
Non li faranno uscire dalla miseria – questo è garantito - i politici di sinistra, che hanno un’idea dell’immigrazione folle. Prendiamo il caso di Verona, dove i consiglieri Pd sono scesi in piazza in memoria dell’immigrato morto alla stazione alcuni giorni fa. Sbarcato clandestinamente, ha cercato di farsi mantenere come richiedente asilo, è stato fermato per spaccio, si è messo a vivere in uno spazio gestito da Ong e alla fine – in preda a un raptus- ha cercato di uccidere un poliziotto. Un poveraccio, dicono e hanno anche ragione. Ma veramente sarebbe un modello per cui manifestare?
I nostri consiglieri dovrebbero scendere in piazza per i rider di Bologna che sabato sono andati a lavorare, ma non per dire “mai più”, ma per dire grazie. Come allo stadio, vi vogliamo così. Perché come il Centrodestra ripete spesso (lo ha detto anche Matteo Salvini a Pontida), per essere cittadini italiani il problema non è e non sarà mai il colore della pelle. Il problema è aver voglia di viverci in Italia, lavorando per guadagnarsela.
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.