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Laura Boldrini invita l'imam che elogia i kamikaze e teorizza le "giuste percosse alle moglie"

Andrea Tempestini
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Stai a vedere che su Laura Boldrini ci siamo clamorosamente sbagliati. Pensavamo che la presidente della Camera assecondasse tutti i più triti e ottusi luoghi comuni della sinistra fuori dal mondo. Invece gli ottusi eravamo noi. Adesso abbiamo capito: Laura Boldrini lo fa di proposito. Finge di essere una buonista stucchevole, si rende volontariamente caricaturale perché vuole servirci su un piatto d'argento la possibilità di smontare le teorie allucinanti di cui si fa portavoce. Altrimenti non si spiega come mai si ostini a collezionare grame figure. Davvero, dev'esserci qualcosa sotto: non può essere così facile farsi beffe di lei e del suo «pensiero». Prendiamo la sua più recente trovata, di cui ha dato notizia ieri Giulio Meotti sul Foglio. I giornalisti sono stati convocati da Madama Laura - tramite elegante invito su carta intestata - alla «Lectio Magistralis» che si terrà il prossimo mercoledì nella Sala della Regina di Montecitorio, alle 15. Per l'occasione salirà in cattedra il «Grande imam di al-Azhar Ahmad Mohammad Ahmad al-Tayyeb», il quale illuminerà i presenti sul tema «Islam, religione di pace». Ecco perché diciamo che la Boldrini non ci è, ma ci fa. L'affermazione secondo cui «l'islam è una religione di pace» è uno dei più abusati stereotipi di ogni tempo, ripetuto costantemente all'indomani di ogni attentato sanguinario da tutte le anime pie e democratiche. La redazione di Charlie Hebdo viene decimata dai macellai jihadisti? Orrore, ma «l'islam è una religione di pace». Un commando dello Stato islamico massacra turisti innocenti in un museo? Uh, che disgrazia: ma «l'islam è una religione di pace». Laura stessa ha ribadito il concetto infinite volte. Sapete cosa ha detto nel 2014, quando si è presentata alla Grande Moschea di Roma tutta velata (ma senza dimenticare il rossetto)? «No al terrorismo, l'islam è una religione di pace». Adesso, organizzando la Lectio Magistralis, la Boldrini ci regala l'occasione per chiarire una volta per tutte che la frase «l'islam è una religione di pace» è una boiata pazzesca. Lo dimostra il prestigioso relatore invitato a Montecitorio. Il signor al-Tayyeb è l'imam di uno dei più importanti centri culturali islamici del mondo. Secondo le nostre categorie, può essere considerato una sorta di Papa dei sunniti. Di sicuro, è la persona più adatta per discettare sulla «religione di pace». Basta leggersi alcune delle dichiarazioni rilasciate da costui nel corso degli anni (alcune delle quali citate ieri dal Foglio). Per esempio, nel 2002, ha spiegato come i palestinesi devono comportarsi nei confronti di Israele: «La soluzione al terrore israeliano risiede nella proliferazione degli attacchi suicidi che diffondono terrore nel cuore dei nemici di Allah. I Paesi islamici - sia la popolazione che i governanti - devono supportare questi attacchi di martirio». Niente male. Ma ovviamente al-Tayyeb non ce l'ha solo con Israele (inneggiare alla distruzione dello Stato ebraico è abbastanza comune nel mondo arabo, e si fa a cuor leggero). Il nostro Grande Imam è risentito con l'Occidente tutto, cioè con il «nuovo colonialismo globale alleato al sionismo mondiale» che trama per dividere i musulmani. Al-Tayyeb è considerato un «musulmano moderato», quasi un riformatore, un modernizzatore. Sa usare le parole giuste, all'occorrenza: per esempio blandisce gli occidentali con bei discorsi sui diritti della donna. Peccato che poi sia apparso in televisione, nel 2007, dicendo che alle mogli si possono rifilare «percosse leggere». Cosa che non è proprio «come picchiare»: è più come «dare un pugno» o «spintonare». Capito il pacifista? Oh, certo, ci viene detto anche che Al-Tayyeb è nemico del terrorismo. Infatti l'anno scorso ha specificato quale punizione va riservata ai combattenti dello Stato islamico: «La morte, la crocifissione o l'amputazione delle loro mani e piedi». E non - attenzione - perché siano degli assassini, ma perché «combattono Dio e il suo profeta», cioè perché non interpretano l'islam come dice lui. Infatti le parole del nostro caro imam fanno riferimento al versetto 33 della sura 5 del Corano, rivolto agli infedeli (e utilizzato come giustificazione dai fondamentalisti): «Il castigo per chi muove guerra ad Allah e al suo Messaggero, e lotta con forza e sparge misfatti e corruzione sulla terra è: esecuzione o crocifissione o amputazione di mani e piedi di lati opposti o l'espulsione dalla terra: questa è la loro ignominia in questo mondo e subiranno una terribile punizione nell'altro». Riepilogando: inneggia agli attentati suicidi; sostiene che è giusto menare le donne; invita a uccidere, mutilare e crocifiggere chi non segue la via del Profeta. In virtù di queste sue posizioni moderate, il signor al-Tayyeb è stato invitato a Montecitorio a tenere una lezione sull'«islam religione di pace». Grazie Laura Boldrini: senza di lei la nostra vita non sarebbe così dolce. di Francesco Borgonovo

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