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Matteo Salvini e l'errore fatale, Roberto Maroni colpisce duro: "Il suo progetto è fallito"

di Giulio Bucchi domenica 8 settembre 2019

2' di lettura

"Matteo Salvini ha commesso un'ingenuità, il suo progetto è fallito". Roberto Maroni, intervistato dal Quotidiano nazionale, è durissimo con il leader della Lega, il suo partito, da cui però è diviso da vecchi screzi e soprattutto visioni strategiche opposte. Leggi anche: "Ecco chi ha detto a Salvini di aprire la crisi". Maroni, lo sbaglio più grande "La tentazione di considerare il governo di Pd e M5s un governo ostile c'è - spiega l'ex ministro degli Interni ed ex governatore della Lombardia -. Ma proprio perché gli equilibri si sono spostati occorre spingere per il dialogo, interloquire in Parlamento. Il luogo più giusto per far valere le istanze dei cittadini". La scelta di Salvini di rompere con i 5 Stelle si è rivelata disastrosa: "Ci siamo sentiti nei giorni della crisi. Mi tornava in mente la situazione vissuta alla fine del '94, con il ribaltone orchestrato da Umberto Bossi ai tempi del primo governo Berlusconi. Io non ero d'accordo con lui. Se esci dal governo, gli dicevo, non potrai ottenere il federalismo. Potrai solo fare la rivoluzione. E alle barricate io preferisco l'attività di governo". E così la rivoluzione di Salvini sembra essersi fermata sul più bello: "Matteo, in termini di consenso, è arrivato dove io e Bossi non siamo mai riusciti ad arrivare; poteva fare tutto. Pensavo che, all'indomani della vittoria sulla Tav, avrebbe puntato a rafforzare la sua posizione all'interno del governo. Chiedendo, per cominciare, i ministeri dell'Economia e delle Infrastrutture per la Lega. Ha fatto una scelta diversa e la situazione è precipitata. Da milanese, non ha considerato i bizantinismi del Rito romano della politica". "Il fatto che non si siano raggiunti i risultati sperati avrà conseguenze. Ma io non sono in cerca di rivincite", conclude Maroni. "Lui ha tentato di far sposare due istanze: quella del Nord e quella del Sud. Ma non c'è riuscito. Perché ci sono due Italie e quella settentrionale continua a chiedere di essere ascoltata". Saranno gli imprenditori, non la base della Lega, a rischiare lo scollamento con il Capitano perché "il mondo economico, per sua natura, non è pregiudizialmente avverso ad alcun governo". Un dato drammaticamente sottovalutato da Salvini.

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