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Luigi Bisignani, la fedelissima di Sergio Mattarella: una donna premier. Il doppio asso del Colle

di Caterina Spinelli domenica 25 agosto 2019

2' di lettura

Caro direttore (in riferimento a Vittorio Feltri), che ne pensi della spiazzante idea di Mattarella di indicare per la prima volta nella storia della Repubblica una donna come premier? Con questo inedito sparigliare di carte, secondo i sussurri che salgono fortissimi dalle "secrete" stanze del Colle, Mattarella riuscirebbe a prendere i classici due piccioni con una fava: togliersi dall' impasse di dover scegliere un politico o uno della solita compagnia di giro, tipo Cottarelli, Cantone o Cassese, e piazzare a Palazzo Chigi una sua fedelissima. Dopo un Rosario di femmine in carriera, la scelta sarebbe caduta su Marta Cartabia, vicepresidente della Corte Costituzionale, che era stata segretamente già messa in guardia a Genova, nella sua veste di rappresentante della Consulta alle celebrazioni per il primo anniversario della strage del Ponte Morandi. Vecchia passione di Giorgio Napolitano, che al tempo la volle alla (sua) Corte, Mattarella pensa adesso a lei per il dopo Conte, tanto per un eventuale governo dell' inciucio quanto per un esecutivo elettorale. Cartabia ha un curriculum di alto livello e, a differenza di Conte, è davvero ben conosciuta nelle università europee ed americane. Laureata a Milano con una tesi sul diritto costituzionale europeo, ordinario di diritto pubblico, non ha mai fallito il rapporto con i suoi professori. Come relatore di tesi scelse infatti il professore costituzionalista Valerio Onida, futuro presidente della Consulta, per poi passare sotto la protezione di due "mammasantissimi" come Giuliano Amato e, soprattutto, Sabino Cassese, che ha cresciuto una nidiata di accademici figli di vip, i cui più famosi sono proprio quelli di Napolitano e di Mattarella. Ma sin dagli albori la Cartabia, con la sua aria da professoressina sempre in ordine, ha rivolto un occhio anche verso i politici-magistrati, primo fra tutti Luciano Violante, con cui ha scritto perfino un saggio, Giustizia e mito, per Il Mulino. A Mattarella piace tanto perché ci ha praticamente convissuto nella mensa della Consulta, quando lui stesso era uno stimato e solitario giudice costituzionale. E poi con questa mossa farebbe un grande sgarbo all'"odiato" Matteo Salvini, visto che proprio la professoressa si è battuta, più di tutti tra i giudici della Corte, per bocciare la proposta del Capitano di istituire, all' interno del decreto sicurezza, la figura dei superprefetti. Ma perché alla fine Mattarella vuole puntare su una donna? Perché è deluso da questi leader di mezza età, da Salvini a Renzi e Conte, accomunati da un ego ipertrofico, da una sessualità non spiccata e dal fatto che quando arrivano al potere si imbizzarriscono e perdono la testa. Non è un quindi caso se a Conte, dopo che da Avvocato degli italiani si è presentato in Senato come un Azzecca-garbugli, il Capo dello Stato ha dedicato solo dodici minuti prima di congedarlo. Neanche il tempo di un mojito. di Luigi Bisignani

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