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Laura Boldrini vuole stracciare Libero? Il vero straccio è lei

di Davide Locano giovedì 31 maggio 2018

3' di lettura

Un tribunale americano ha condannato a un miliardo di euro di risarcimento una società di sicurezza perché un suo vigilante, anziché proteggere i condomini di un lussuoso residence, ha stuprato una quattordicenne. La cifra è esorbitante, mai visto nulla di simile, così sabato l’ho messa a tema sul giornale con i commenti di due nostri giornalisti. Filippo Facci ha premesso che quanto è accaduto è «orribile» ma poi ha giudicato la sentenza incongrua, giustizia spettacolo, giurisprudenza morale, finendo per chiedersi se sarebbe disposto a farsi stuprare per un miliardo di dollari e concludendo che sì, il prezzo varrebbe la pena. Simona Bertuzzi gli ha obiettato che no, un miliardo per uno stupro «non è troppo», è solo una rivincita contro tutti gli stupratori del mondo e quanti sottovalutano gli abusi contro le donne. Due opinioni a confronto, che partivano entrambe dalla condanna della violenza e semplicemente disquisivano sull’entità del risarcimento. Leggi anche: La Boldrini è sparita? Storace infierisce, così Questo è bastato ad attirarmi contro le maledizioni di Laura Boldrini e Asia Argento, che hanno scatenato contro Libero i loro, grazie a Dio scarsi, fan, accusandoci di incitazione all’odio. La Argento, nota donna posata, ci ha accusati di essere dei criminali e ha chiesto punizioni esemplari, esortando tutti a boicottare Libero (non sapevo che lei e i suoi seguaci ci sostenessero, nel caso mi rallegro con loro). Vorrei indirizzare alle due signore una replica personale. Esse, a forza di parlarsi addosso, non tollerano altro che la loro voce e ritengono insopportabile che qualcuno non la pensi come loro vorrebbero. Si ritengono due sacerdotesse, con la missione sacra di educare il mondo secondo la loro visione. Prese come sono a difendere il corpo delle donne, se ne sbattono del cervello degli uomini, intesi come umanità, e sognano di plasmarne le coscienze a colpi di urla, intimidazioni e lamentele. Qualcuno che ha studiato più di loro ed è capace di argomentazioni filosofiche, potrebbe facilmente spiegare a questa coppia così affiatata che è violenza anche cercare di impedire agli altri di esprimersi, oppure insorgere con atteggiamenti fascisti - per usare una parola di cui le signore in questione abusano - per mettere al bando chi ha opinioni che non si condividono. Se poi si pensa che l’articolo di Facci è stato controbilanciato con una replica a tono di una nostra giornalista, è evidente che Boldrini e Argento sono due talebane, per non dire invasate, il che squalifica ogni loro argomentazione, che pure riportiamo fedelmente. Nello specifico, ricordo all’ex presidente della Camera che più parla, meno la votano. Per cinque anni, grazie al ruolo istituzionale che ha ottenuto per un giro fortunato di roulette, gli italiani l’hanno sentita pontificare su ogni cosa, in particolare su immigrati e donne. In cabina elettorale ne hanno tratto le conseguenze. Lei, con Grasso, è riuscita a togliere ogni rilevanza alla sinistra comunista e post-comunista. Non ne erano stati capaci Stalin, Bertinotti e neppure Vendola. L’abbiamo sopportata a lungo, senza mai chiederle di chiudere il becco o mettere in dubbio il suo diritto di parola, anche se spesso lo usava a vanvera. Cortesia e galateo vorrebbero che lei ci contraccambiasse con la stessa moneta, smettendola di invocare la censura ai nostri danni. Quanto ad Asia Argento, dopo aver saputo tutto dei suoi incontri, delle sue turbe, dei suoi vent’anni a tenersi un segreto inconfessabile nel cuore, della sua sofferenza a incontrare e farsi ripetutamente fotografare sorridente al fianco del mostro che aveva abusato di lei, mi auguro e le auguro che la prossima volta che dovrò occuparmi di lei sarà come attrice. Così potrò finalmente giudicarla per il lavoro che fa, come lei giudica me per il lavoro che faccio, anche se spesso si prende qualche libertà nel valutare che tipo di uomo io sia, benché non mi conosca. Chissà se adesso che il grande produttore Weinstein non abusa più di lei la chiameranno Scorsese, Scott o Spielberg per offrirle qualche parte importante. Più probabile vederla in un film di Sorrentino, a interpretare se stessa. di Pietro Senaldi

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