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Vittorio Feltri: le liste elettorali non piacciono? Questa è la politica bellezza, Paola Tommasi doveva correre lo stesso

di Eliana Giusto mercoledì 31 gennaio 2018

2' di lettura

Cara Paola Tommasi, mi dispiace sinceramente, perché ti stimo, che il tuo nome nelle liste di Forza Italia non abbia ottenuto la collocazione che meritava. Detto questo, visto che seguo da mezzo secolo le campagne elettorali, mi corre l' obbligo di segnalare che anche un tempo, cioè durante la prima Repubblica, la scelta dei candidati era una operazione caotica che non sempre, o quasi mai, ha premiato i migliori. Leggi anche: Paola Tommasi a Feltri: "Rinuncio a candidarmi, non mi riconosco in quelle liste" Nella cernita subentrano giochi sporchi, bassezze umane, invidie e vendette. Ogni aspirante onorevole o senatore si batte per sé infischiandosene degli amici. L' obiettivo è la conquista del seggio e basta, perché molta gente se non vince la poltrona non sa che fare. Di lavorare non se ne parla neanche. La tua esclusione di fatto non è figlia della cattiveria, ma l'effetto di un principio che in politica come in ogni campo ha un valore assoluto: si salvi chi può, mors tua vita mea. Il povero Berlusconi (e ogni capo partito) è stato preso d' assalto da centinaia di uomini e donne vogliosi di entrare in Parlamento, e fatalmente parecchi sono stati scartati.  Ci sono andati di mezzo non i peggiori, bensì coloro che non disponevano di armi ricattatorie. Tu (e tante altre persone) sei stata vittima di un meccanismo infernale che accomuna qualsiasi gruppo politico. Non penso che il problema si risolva introducendo di nuovo le preferenze, che sono fonte di corruzione, compreso il famigerato voto di scambio. Il dramma è che le battaglie per ottenere l' incoronazione vengono regolarmente perse da chi è meno raccomandato o è più lontano dallo sguardo benevolo del leader. Hai ragione di lamentarti. Considera tuttavia che il rinnovamento dei partiti e dei loro programmi si scontra con la tendenza al conservatorismo di chi fino a ieri deteneva il potere. Nessuno rinuncia a cuor leggero alla cadrega, anzi la difende col coltello tra i denti. Un esempio che genera malinconia: quello della signora De Girolamo. Che era prima in lista a Benevento e all' ultima ora è stata tirata indietro. Qualcuno che aveva facoltà di ingresso nella stanza dei bottoni, o meglio dei bocconi, l' ha retrocessa proditoriamente, rendendole difficile l' affermazione. Che dire? È la politica, bellezza. Lei ora si batterà lealmente in Emilia dove si è elettoralmente trasferita. Non può fare altro. Ma anche la deputata campana, come vari altri personaggi, ha subìto una ingiustizia. Tu avresti fatto bene a correre lo stesso sopportando l' handicap: un buon cavallo come te sarebbe comunque riuscito a tagliare il traguardo in testa. di Vittorio Feltri

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