"Noi ci fermiamo qui. Per Forza Italia le elezioni politiche saranno un massacro e non vogliamo essere complici. Tutti a parlare della rinascita di Berlusconi. Ma noi siamo imprenditori, viviamo tra la gente che lavora, in Veneto. E i nostri elettori si sentono traditi dal leader, dal coordinatore di fatto del partito, Niccolò Ghedini, uno con il 99,3% di assenze". Il j'accuse viene da due senatori forzisti, Bartolomeo Amidei, 56 di Loreo, Rovigo, imprenditore agrituristico, e Giovanni Piccoli, 59 anni, di Belluno, dirigente di azienda e sindaco di Sedico. Non sono semplici dimissioni le loro. Si tolgono anche qualche sassolino dalla scarpa i due imprenditori veneti. "La nostra gente ci chiede perché dovrebbe votare FI e non l'originale, la Lega Nord" attacca Amidei. "Berlusconi [...] ha appaltato tutti i temi concreti a Salvini. Che ne è stato dei valori liberali, cattolici, riformatori? Ci stanno abbandonando tutti". Per approfondire leggi anche: Retroscena, Così l'avvocato Ghedini si prende il partito Da inizio legislatura a Palazzo Madama sono stati 53 gli addii, sui 98 iniziali. Uno stillicidio. E adesso il ritorno all'ovile per molti. "Troppa gente folgorata sulla via della ricandidatura", ironizza Piccoli. "Transfughi che non portano un voto e che appena eletti lasceranno Berlusconi come hanno già fatto per tornare sul mercato". Tra questi Andrea Causin, che dal Pd è passato a Scelta civica, poi Alfano e ora Forza Italia, in moto perpetuo nell'emiciclo di Montecitorio. Poi Antonio De Poli, questore al senato in quota Udc, che ha votato la fiducia al centrosinistra e ora è con Berlusconi. Ma nel mirino c'è lui, il ras del Veneto Ghedini, braccio destro del Cavaliere. "Con lui i senatori veneti sono scesi da nove a due. È il classico esempio di come perdere del tutto il contatto col territorio".