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La sentenza del professore di diritto Ue: "Strasburgo perdonerà Berlusconi, vi spiego come il Cav sarà riabilitato"

di Benedetta Vitetta domenica 26 novembre 2017

2' di lettura

Strasburgo perdonerà Silvio Berlusconi. Ne è convinto Giovanni Guzzetta, ordinario di diritto pubblico all'Università di Roma e noto esperto di costituzione e normativa europea. "Salvo imprevedibili ripensamenti la Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu) - afferma - darà ragione a Berlusconi sulla natura di norma penale accessoria della legge Severino e quindi della sua non possibile applicazione retroattiva". Inoltre per il professore la mancata rappresentanza per milioni di cittadini è anche un pezzo forte del ricorso, nonché del suo parere. "L'argomento - sottolinea Guzzetta - è stato richiamato invocando l'articolo 3 del Protocollo 1 della Cedu. La mia critica al voto parlamentare, che peraltro presentò l'anomalia, del tutto inedita nella storia del diritto parlamentare, di svolgersi in forma palese pur trattandosi di votazione sulle persone, riguardava il fatto che non sia stato applicato un minimo principio di precauzione. La Giunta o l'Aula a suo tempo avrebbero dovuto investire in via incidentale la Corte Costituzionale sull'aspetto del rispetto della Convenzione europea dei diritti dell'uomo con riferimento al divieto di retroattività per le norme sostanzialmente penali. Invece quel principio di precauzione fu ignorato, e anzi ci si precipitò a decidere. È vero che la Corte, anche nel caso De Magistris, ha escluso la natura penale della sospensione a seguito di condanna, con argomenti che forse sarebbero applicabili anche alla decadenza, ma sulla decadenza non si è mai pronunciata e comunque se la Corte europea riconoscesse la violazione della Convenzione, la Corte costituzionale dovrebbe riconoscere l'illegittimità della Severino per violazione dell'articolo 117 della nostra costituzione. A pensarci bene è stata tutta una vicenda paradossale, anche e soprattutto dal punto di vista politico, quella che ha avuto come vittima Silvio Berlusconi". Andando nello specifico Guzzetta precisa, infine, che "il Consiglio di Stato, dopo la riforma del testo unico sull'immigrazione, ha più volte riconosciuto che la condanna per fatti commessi prima della riforma, non potesse determinare la perdita del diritto al permesso di soggiorno o la perdita del permesso di soggiorno già ottenuto. Quelli erano requisiti per il permesso di soggiorno, nel caso di Berlusconi requisiti per essere parlamentare, ma la questione giuridica è la stessa".

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