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Renzi nella palude dei ricatti. Sfida a Civati e Alfano: "O fiducia o voto subito"

di Giulio Bucchi domenica 16 febbraio 2014

2' di lettura

Benvenuto nella palude. Il sabato pesantissimo di Matteo Renzi, quello che secondo alcuni poteva portarlo all'investitura-lampo da premier, si è consumato tra una minacce e avvertimenti. La sinistra Pd pensa a una clamorosa scissione, Felice Casson ha avvisato che alcuni senatori dem potrebbero non votare la fiducia al governo del segretario (e domenica Pippo Civati ha dato i numeri: i senatori ribelli sarebbero 10). Poi Angelino Alfano, salito al Quirinale per le consultazioni, ha ribadito che il sì del Nuovo Centrodestra a Renzi non è scontato. Prima occorrono garanzie su programmi e poltrone, perché la fiducia non si dà alla cieca. Quindi è arrivata a stretto giro di posta la doppia mazzata: il presidente Giorgio Napolitano ha consigliato a Matteo di non avere impazienza. Messaggio recepito dal segretario Pd sugli spalti del Franchi, dove ha assistito alla sconfitta della sua Fiorentina contro l'Inter. Oscuri presagi? "O mi votano o torniamo alle urne" - "Prima mi implorano per settimane e adesso alzano il prezzo. Ma ci si può comportare in questa maniera?", si sarebbe sfogato Renzi coi suoi, come riferisce il Messaggero. Il futuro premier si è detto stanco dei "giochetti" di Alfano, anche se il giudizio è estendibile ai malpancisti democratici. "Se vogliono farmi finire nella palude, sappiano che ci finiranno loro", è la contro-sfida del segretario Pd: "Non mi farò imbrigliare". Nel frattempo, fa smentire al portavoce della segreteria Lorenzo Guerini le voci su possibili intese con Denis Verdini per un appoggio esterno al suo governo da parte di 11 senatori di Forza Italia "responsabili" e sceglie di fare la voce grossa. Senza fiducia al suo governo su basi chiare e "chiavi in mano" al premier, Renzi è categorico: "O mi votano o torniamo alle urne, subito", anche a costo di bloccare la riforma della legge elettorale già avviata con Silvio Berlusconi e votare con il proporzionale uscito dalla bocciatura del Porcellum. Messaggio chiaro alle richieste di Alfano e ai ricatti di Civati & co. Come dire: conterete anche molto in Parlamento, ma ora vediamo quanto contate tra gli elettori.  di Claudio Brigliadori

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