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Berlusconi litiga con i suoi avvocati: "Non possono zittirmi"

di Nicoletta Orlandi Posti mercoledì 30 aprile 2014

1' di lettura

"Io il diritto di critica e di parola me lo tengo". Silvio Berlusconi zitto non ci vuole stare e all'altolà dei giudici del Tribunale di Sorveglianza che hanno annunciato di voler esaminare le sue recenti dichiarazioni per verificare che non siano ravvisabili delle violazioni al divieto di critica alla magistratura impostogli come presupposto per evitare i domiciliari se la prende anche con i suoi legali. Secondo il retroscena del Messaggero l'avvocato Nicolò Ghedini appena saputa l'intenzione del tribunale di Sorveglianza avrebbe affrontato il Cav a muso duro: "Ma cosa combini?", gli avrebbe detto il legale. "Dopo tutto quello che abbiamo fatto per raggiungere un risultato e fare in modo che tu restassi in campo, in un modo o nell'altro proprio alla vigilia di un'elezione importante tu rovini tutto con poche frasi ad effetto?". "Questa cosa è assurda", si lamentava Berlusconi. "Vogliono zittirmi, impedirmi di esprimere le mie legittime opinioni". Ma poi ha promesso: "Sarò più attento, anche se ritengo di non aver detto nulla di grave". Promessa mantenuta. Ieri sera in collegamento telefonico con un comizio di Forza Italia a Torino ha parlato di Renzi, di Grillo, dell'Europa e degli anziani. Ma non di giustizia, nè di magistrati.

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