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Matteo Renzi e Angelino Alfano, vertice nella notte

di Andrea Tempestini domenica 23 febbraio 2014

Matteo Renzi e Angelino Alfano

2' di lettura

Al termine di una giornata convulsa, nell'atmosfera buia e ovattata della notte, un po' come in un romanzo giallo, Matteo Renzi e Angelino Alfano si sono incontrati. Un faccia a faccia al termine di una giornata di veti e polemiche, di voci sullo strappo in una maggioranza non ancora nata e di indiscrezioni su nomine ministeriali e umori quirinalizi. Matteo e Angelino cercano di sbrogliare la matassa di governo: s'intende la squadra e il programma. All'incontro erano presenti anche il fedelissimo di Renzi, Graziano Delrio, e Dario Franceschini; ad affiancare Angelino, Maurizio Lupi, il ministro di cui Ncd, tra le altre condizioni, chiede la riconferma alle Infrastrutture. L'incontro è durato 90 minuti, e si è svolto al ministero degli Affari Regionali. In precedenza, nella giornata di giovedì 20 febbraio, Renzi aveva disertato il vertice di maggioranza del pomeriggio. Un gesto interpretato da molti come un segno di quasi-rottura, una rottura che però Matteo aveva esorcizzato spiegando ai cronisti: "Tranquilli, poche ore e chiudiamo". Dunque, incontrollato, era partito il valzer delle indiscrezioni sull'incontro Alfano-Renzi che, come detto, s'è tenuto solo a tarda notte. I piani di Matteo - Bocche (quasi) cucite. L'esito del vertice non è stato dei più felici. Le tensioni ricalcano quelle della giornata che lo ha preceduto: Matteo vuole portare a sinistra questo governo, Alfano si oppone, forte di quei 31 voti al Senato che potrebbero segnare il destino del nascituro esecutivo. Angelino ha ripetuto: "Non vogliamo alla Giustizia un giustizialista, non vogliamo all'Economia un ministro troppo affezionato alle tasse". Il premier in pectore, però, è forte delle sue convinzioni. Non arretra e rilancia: "Ho le mie idee, è tutto pronto. Con Alfano non voglio più trattare". Il sindaco, insomma, accelera. E spiega ai suoi: "Se si sfila Alfano ho delle alternative, a partire dalle elezioni. Conviene all'Ncd?", chiede retorico. Matteo aggiunge: "Inoltre, dopo lo streaming di mercoledì con Grillo, posso andare persino a sfruculiare qualche grillino". La trattativa, dunque, è tesa. Delicata. Sullo sfondo l'ombra non solo dei grillini, ma anche di Silvio Berlusconi, visto da parte del Pd come un potenziale alleato che "potrebbe regalarci la sorpresa di un appoggio esterno" e visto dentro Ncd come un avversario temibile. Gli alfaniani spiegano: "Ci sono delle colonne d'Ercole oltre le quali non possiamo andare". Gaetano Quagliarello strepita: "Renzi non può immaginare che la discontinuità sia fare da solo il programma. Non può ipotizzare da solo appoggi esterni che magari in futuro diventano interni, né può pensare di fare da solo una squadra con ministri diversi". Eppure Matteo ci pensa. Le tensioni, nelle ultime frenetiche ore di trattive, schizzano alle stelle. Le colonne d'Ercole potrebbero venire superate.

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