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Pd, Renzi sfida Alfano su ius soli, unioni gay, riforme e De Girolamo

Il segretario dem: "Stiamo al governo con Ncd finché non li convinciamo a votare le nostre proposte. Nunzia? Josefa Idem ha avuto un altro stile..."
di Giulio Bucchi domenica 19 gennaio 2014

2' di lettura

Ius soli, unioni gay, riforma del Senato e De Girolamo: quattro sfide, quattro provocazioni. Matteo Renzi tira la corda e la sua speranza è che sia Angelino Alfano a spezzarla. Rispondendo su Twitter ai suoi follower in un personalissimo e ormai tradizionale question time, il segretario del Pd fa la voce grossa con il Nuovo Centrodestra, ponendo condizioni nette e, in apparenza, irrevocabili. "Quanto resteremo al governo con Ncd? Il tempo necessario a fare approvare anche a loro lo ius soli e la civil partenership alla tedesca". Alfano e i suoi da giorni ripetono che sulle unioni civili per i gay sono prontissimi a far cadere il governo, e su questo scontro frontale Renzi sta scommettendo per far saltare il premier Enrico Letta senza prendersi tutta la responsabilità di fronte al proprio elettorato. Sulla sua proposta di riforma del Senato avanzata dal vicepremier, Renzi è tranchant: "Un clamoroso passo indietro". "Ncd - chiede il segretario democratico - propone di eleggere 210 senatori al posto dei 315? E' una proposta che non condividiamo: per noi al Senato va tolta ogni tipo di funzione elettiva. Abbiamo proposto un pacchetto con legge elettorale, riforme e Titolo V, se Ncd non ci sta apre un problema con noi". "Idem meglio della De Gregorio" - Il problema, il rottamatore ce l'ha anche con il ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo, anche se in questo caso la posizione è un po' più attendista. "Vedremo quello che deciderà il presidente del Consiglio, tocca al premier decidere del destino dei ministri. Può chiedere opinione ai partiti ma la scelta spetta a lui". Scorciatoia comodissima: rimuovere la De Girolamo significherebbe incrinare forse irrimediabilmente i rapporti con Ncd, e per questo Renzi spera che lo faccia Letta togliendosi peraltro la responsabilità di scatenare un rimpasto che paradossalmente potrebbe rinforzare il governo. Rimpasto "non all'ordine del giorno", ribadisce il segretario dem, che rifila un'ultima stoccatina alla De Gregorio, moglie dell'altro Pd (e lettiano d'acciaio) Francesco Boccia: "Nunzia come la Idem? In effetti Josefa Idem si è dimessa dimostrando uno stile profondamente diverso".

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