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Salva-Roma: prima la bocciatura, poi il Senato lo salva

In Senato la Commissione blocca il dl Enti locali con 9 voti contrari e 9 a favore: "E' incostituzionale". E' il governo delle figuracce
di Ignazio Stagno domenica 12 gennaio 2014

2' di lettura

Il Senato ha bocciato il decreto "Salva-Roma". Palazzo Madama ha ritenuto il provvedimento incostituzionale e così il decreto ora rischia di saltare. Il decereto arrivato in Aula a fine dicembre contenebva anche i nuovi provvedimenti sulla Tasi. Il governo  aveva inserite le norme sulla nuova imposta sui servizi e sulla casa nel decreto sugli Enti territoriali, dove sono confluite alcune misure del dl salva-Roma. Decreto che è però incappato in un inatteso stop, visto che la Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama ne ha bocciato il parere sui presupposti di costituzionalità. Contro la costituzionalità hanno votato la Lega, Forza Italia, il Movimento Cinque Stelle e il rappresentante di Gal. Sarà ora l'Aula di palazzo Madama a doversi pronunciare sul punto, visto che a parità di voti i presupposti in questione, a palazzo Madama, devono essere considerati non approvati. Esulta l'opposizione - "Grazie alla determinazione della Lega Nord la Commissione non ha approvato il parere di costituzionalità al decreto Enti Locali che contiene anche il mai convertito decreto salva-Roma", ha dichiarato Patrizia Bisinella, capogruppo della Lega in Commissione. "A parte l’eterogeneità clamorosa di un dl che mette insieme materie diverse accomunate dalla parola proroga, si è constata la reiterazione di norme già presenti in dl decaduti e dunque non più presentabili", spiega il senatore M5S Giovanni Endrizzi. La commissione Affari costituzionali del Senato ha dato invece via libera ai presupposti di costituzionalità del dl Milleproroghe. Il Senato ri-salva il decreto - Poi, dopo la bocciatura in Commisione, c'ha pensato l'Aula a sistemare la figuraccia sul decreto. Stando regolamento, infatti, in casi come questo, la conferma della bocciatura dei presupposti di costituzionalità deve avvenire anche in Aula. Il Senato ha, quindi, fatto salvi i presupposti di costituzionalità del decreto respingendo con 111 voti a favore e 159 voti contrari il parere  

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