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Chi sono i tecnici di Palazzo Madama che bocciano gli 80 euro di Renzi

di Matteo Legnani domenica 11 maggio 2014

2' di lettura

Sono entrati a pieno titolo nella "palude romana", quella dalla quale il premier Matteo Renzi si vanta di far emergere l'Italia. Sono i cosiddetti (e ormai pure famosi) "tecnici del Senato". Ovvero quei funzionari di Palazzo madama che nei giorni scorsi hanno avanzato dubbi sul decreto di Palazzo Chigi di "conversione in legge del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, recante misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale". Cioè, il provvedimento sugli 80 euro in busta paga per chi ne guadagna fino a 25 mila l’anno e la riduzione dell’Irap. Il presidente del Consiglio non ha gradito i rilievi mossi sulle coperture del provvedimento dai "tecnici", e lo ha detto pubblicamente. Il sito lettera43.it fa luce si chi siano questi funzionari di Palazzo Madama, a partire dalla loro retribuzione che è di 3.268 euro netti al mese (loro, gli 80 euro di Renzi, non li prenderanno). In prima istanza la pratica 80 euro è passata al vaglio dell’ufficio Documentazione degli effetti finanziari dei testi legislativi, quello che verifica l’impatto sulla realtà di ogni provvedimento, con il consigliere anziano, Renato Loiero. Il decreto è poi passato sotto la lente di Giuseppe Delreno, dell’ufficio Verifica della quantificazione degli oneri connessi a testi legislativi in materia di entrata, e Daniele Bassetti della Verifica della quantificazione degli oneri connessi a testi legislativi in materia di spesa. E di lì, al consigliere addetto al Servizio, Melisso Boschi. Per stilare la relazione tecnica allegata al decreto i tecnici si sono avvalsi dell’operato di cinque segretari parlamentari: Anna Elisabetta Costa, Alessandro Di Giovambattista, Cristiano Lenzini, Vincenzo Bocchetti e Maurizio Sole. Loro guadagnano un po' meno: circa 2.300 euro mensili, abasstanza da escluderli comunque dal bonus di 80 euro.

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