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Vito Crimi capo M5s dopo Di Maio: "Ha studiato per anni, amico dei magistrati". Il reggente frega tutti?

di Giulio Bucchi domenica 26 gennaio 2020
2' di lettura

Chi è davvero Vito Crimi? Il nuovo reggente del Movimento 5 Stelle dopo l'addio di Luigi Di Maio passa per pacioso "orsacchiotto" (parola di Roberta Lombardi) complice l'aspetto rotondo e barbuto (look "consigliato" dalla sua fidanzata Paola Carinelli, deputata grillina per fidanzarsi con la quale Crimi ha lasciato la moglie). Non solo, appare come il "moderato" della truppa, un po' nelle retrovie dopo essere stato forse involontariamente la copertina dei primi 5 Stelle, grazie a quella manciata di (violentissimi) minuti in cui, in coppia proprio con la Lombardi, umiliò Pier Luigi Bersani e l'intero Pd durante le consultazioni in streaming per formare il governo nel 2013 al motto di "qui non siamo a Ballarò".    Leggi anche: "Non può dire che Grillo sia il suo peggior nemico". Becchi, la verità su Di Maio e M5s In disparte lo è stato per anni, Crimi, ma ha continuato a studiare e a muoversi lontano dalle telecamere, da vero "capo del Movimento ombra", pronto a subentrare a Di Maio. In grado di galleggiare nelle due ere di questa legislatura, con Lega e con i dem, il "Gerarca minore" (definizione, stavolta, di Massimo Bordin) feroce tagliatore di fondi di Radio Radicale ed editoria in genera vanta un passato da boy scout tra Brescia e Palermo, vicino in egual modo agli oratori e alle Procure  e agli uffici giudiziari: già impiegato del tribunale di Brescia, secondo la Stampa è "amato da tanti magistrati", che i più maliziosi considerano una condizione essenziale, oggi, per guidare una forza di governo. Di lui Jacopo Iacoboni, "grillologo" della Stampa, ricorda soprattutto un avvenimento: "La sera della rielezione di Napolitano, quando Grillo annunciò (e stava per metterla in pratica) la marcia su Roma, Crimi era nella stanza in cui Nicola Biondo telefonò a Grillo convincendolo a non venire, cosa che avrebbe configurato uno sconsiderato assedio della folla al Palazzo". "Se le cose vanno male - spiegava allarmato -, qui ci arrestano a tutti". Video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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