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Matteo Renzi, una storia italiana

di Andrea Tempestini domenica 23 marzo 2014

3' di lettura

Da Pontassieve con furore. Matteo Renzi, a 29 anni presidente della Provincia di Firenze e a 39 anni il presidente del Consiglio più giovane nella storia della Repubblica italiana. Una storia di successo, accolta con un entusiasmo quasi devoto da gran parte della stampa italiana, che ci vende l'ormai ex rottamatore come "unica speranza" per il nostro disastrato Paese. Dopo le promesse, ora, l'Italia intera lo attende al varco. Con le parole, Matteo, è eccezionale, bravissimo, un talento che gli riconoscono anche gli avversari politici. Ma saprà fare altrettanto per raddrizzare i destini dello Stivale? Quella casa... - Nel frattempo, prima che i nodi vengano sciolti o che oppure, inesorabili, finiscano per ingarbugliarsi ulteriormente contro i denti del proverbiale pettine, Renzi si sta distinguendo per tutt'altri motivi, tutt'altro che eroici, non particolarmente compatibili con quell'aura quasi-messianica che in molti gli attribuiscono. Già, perché ora, dopo giorni di silenzio che hanno seguito lo scoop di Libero, i media italiani si sono accorti della "marachella" sulla casa. Il premier, infatti, quando era sindaco di Firenze - dal 2011 e fino al 22 gennaio scorso - ha vissuto in una casa di cui non pagava l'affitto. A saldare il conto ci ha sempre pensato il suo amico e sodale Marco Carrai, 38enne, imprenditore al quale sono stati affidati diversi commesse per il Comune di Firenze e la Regione Toscana (circostanza confermata dai contratti pubblicati da Libero). Il fatto che non pagasse l'affitto, esclusi le ovvie ragioni di opportunità, in sé non ha nulla di illegale. Ora, però, la Procura di Firenze ha aperto un fascicolo sul caso - nessuna ipotesi di reato - per verificare se, in qualche modo, Carrai abbia ottenuto qualche favore in cambio di quell'affito. Storia italiana - Una vicenda tutta da chiarire, insomma, e dai contorni non esattamente cristallini. Forse non è un caso che ci siano voluti parecchi giorni prima che in molti si accorgessero dello scoop di Libero: l'immagine del salvatore-Renzi, finché possibile, è meglio preservarla. Ma non c'è solo quell'affitto. Già, infatti ci sono altre vicende che lambiscono l'immagine del premier. Ve ne diamo conto sempre su Libero, dove vi spieghiamo come anche Benedetta Renzi, sorella del premier, mediti sulla carriera politica, tanto che il sindaco (renziano) di Castenaso, provincia di Bologna, ha spiegato: "La nominerò assessore". Anche in questo caso nulla di irregolare, eppure l'eventuale carriera politica della sorella, che forse fino a poco tempo fa alla politica non ci aveva mai pensato, non è esattamente una "medaglia" per Matteo, che della lotta alle clientele ha sempre fatto una sua bandiera, tra rottamazione, "merito" e "largo ai giovani". Infine una terza questione, particolarmente spinosa, che vi abbiamo raccontato sempre sul nostro quotidiano: il premier si fa pagare la pensione da noi. Anni fa, tre giorni prima di candidarsi a presidente della Provincia di Firenze, il co.co.co. Matteo fu promosso dirigente dall'azienda di famiglia in cui lavorava. E così, dal 2004 a oggi, ha accumulato almeno 300mila euro di contributi previdenziali a carico di enti pubblici. Un ennesimo azzardo di Matteo. Una storia di successo, quella di Renzi. Una storia italiana...

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