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Santanché: "In Forza Italia non c'è spazio per Alfano"

Santanchè contro il segretario: "Eliminiamo i lacci tra la gente e il Cav". Lo sgomento di Cicchitto: "Polemica sbagliata"
di Andrea Tempestini domenica 22 settembre 2013

Santanchè e Alfano

3' di lettura

Lo scontro tra due paradigmi. O, più semplicemente, falchi contro colombe. Falco contro colomba. Pitonessa contro Angelino. L'affondo è di quelli duri, che fanno male, e che dimostrano come la "pax" tra le diverse anime del Pdl, nei giorni caldi della decadenza e dei dubbi sulle larghe intese, resta un miraggio. L'occasione per sganciare un siluro contro il segretario è il ritorno a Forza Italia. Nuovo partito, nuova storia. Una storia nella quale, secondo la Santanché, non c'è spazio per Alfano. "Quando è stato eletto segretario - spiega in un'intervista al Tempo - ha detto che voleva una testa una sedia. E quindi siamo andati nella direzione che lui stesso ha indicato". Ora, però, si passa a Forza Italia, che "sarà un partito presidenziale, con a capo Berlusconi e senza segretario. Così elimineremo tutti quei lacci e lacciuoli tra la gente e il presidente". Niente segretario, insomma. Niente spazio per Alfano in un partito che, secondo le ultime indiscrezioni di stampa, vedrà nella stanza dei bottoni soltanto i "duri e puri" Le bordate di Daniela - L'irriducibile Daniela non perdona ad Angelino i tentativi di mediazione con il Pd, l'altra metà di quella maggioranza che ne ha fatto il suo vicepremier. Santanchè usa toni duri contro i democratici. E, ancora, contro il segretario. "Non c'è tempo da perdere. In tutti i sensi - esordisce -. La strategia che il Pdl ha usato fino a oggi è stata una rovina assoluta, abbiamo solo perso tempo senza ottenere nulla". Un altro proiettile che sembra avere Alfano come bersaglio. "Bisogna cambiare - prosegue -. Il Pd si è rivelato per quello che è, hanno voglia soltanto di eliminare Berlusconi. Sono diventati il braccio politico di una magistratura politicizzata, il partito delle manette e delle tasse. E lo stanno dimostrando ancora una volta, cercando di cambiare le regole in corsa sul voto segreto. Anche il presidente Grasso si sta comportando in maniera ambigua. Basta, non è più accettabile". Le larghe intese, dunque, devono essere archiviate? Pochi dubbi, per la pitonessa: "Se fossi un ministro, il giorno dopo il voto in Giunta non potrei stare un minuto in più allo stesso tavolo con i carnefici di Berlusconi". Lo sgomento di Cicchitto - L'attacco al "Pd manettaro" pronto a "fucilare" il Cav, nel Pdl, unisce tutti quanti. Falchi e colombe. Lo sgambetto ad Alfano, invece, è materia più complessa e spinosa. Così Fabrizio Cicchitto, che da politico paludato si muove tra l'ala radicale del partito e quella moderata, prende carta e penna ed esprime il suo disagio in una nota: "Francamente sono molto sorpreso per la polemica di Daniela Santanchè nei confronti di Angelino Alfano. Una polemica sbagliata nei contenuti e nel momento scelto, visto che oggi lo scontro politico è concentrato sul ruolo e il futuro di Berlusconi, sottoposto ad un durissimo attacco politico e giudiziario. Questo - prosegue Cicchitto - dovrebbe essere il momento dell'unità e non della divisione. Perdipiù - aggiusta la mira - la Santanchè non deve mai dimenticare che è responsabile dell'organizzazione del partito e che quindi dovrebbe svolgere un ruolo di garanzia e mediazione nei confronti di tutti, e non di divisione". Cicchitto conclude poi con un elogio di Angelino, che "ha sempre svolto un ruolo di equilibrio e deve esserci in un gruppo dirigente pluralista e rappresentativo". Lo scontro continua. di Andrea Tempestini @antempestini

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