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Parma, Pizzarotti flop: l'inceneritore acceso tra un mese

Lo annuncia la Iren multiutility. Già iniziata la fase preliminare. Il sindaco ci aveva fatto un'intera campagna elettorale: ha mentito
di Sebastiano Solano domenica 3 marzo 2013

Federico Pizzarotti

2' di lettura

La bolla grillina inizia a sgonfiarsi? I segnali arrivano proprio dalla roccaforte del M5s: Parma. Dove Federico Pizzarotti, il primo sindaco a Cinque Stelle, ha stracciato, contro ogni attesa della vigilia, Vincenzo Bernazzoli, candidato del Pd. Come ha ottenuto questo successo? Cavalcando quasi esclusivamente un unico tema: quello del no all'inceneritore, progetto che era stato già approvato dall'amministrazione uscente. Ci credeva, Pizzarotti, ci credevano i grillini, hanno finito per crederci anche i cittadini parmensi.  Consapevolezza - La realtà però è un'altra. Ed è piombata come un fulmine sulla città emiliana. Come ha comunicato la multiutility Iren, che gestisce il Polo ambientale integrato di Parma, sono infatti iniziate le "attività tecniche complementari alla messa a punto del sistema impiantistico del Pai che verranno effettuate a caldo attraverso la combustione di solo gas metano". Terminate queste attività preliminari l'altoforno inizierà a bruciare. Ossia tra un mese, giorno più, giorno meno. L'inchiesta della Procura e il ricorso in Cassazione dell'aministrazione parmense avevano ancora lasciato un minimo di speranza in chi ancora credeva che fosse possibile bloccare i lavori. Entrambe le mosse, però, sembrerebbero dei palliativi adottati da Pizzarotti, in realtà consapevole dell'impossibilità di bloccare la tanto odiata opera.  Altro che cadavere... - E che Pizzarotti fosse "consapevole" dell'impossibilità di proseguire lo si capisce dallo strano 'no' che il sindaco di Parma avrebbe opposto ad Arrigo Allegri e Pietro De Angelis, due avvocati che avevano proposto a Pizzarotti una diffida nei confronti della società, che gli avrebbe permesso di mettere i sigilli ai cantieri entro 60 giorni, appigliandosi ad un permesso di costruzione scaduto da due anni che renderebbe l'opera abusiva. Pizzarotti non ne ha però approfittato, deludendo i due avvocati che hanno sottolineato come “il sindaco in campagna elettorale aveva detto che avrebbe smontato l’impianto pezzo per pezzo e Grillo aveva addirittura detto che per accenderlo avrebbero dovuto passare sul cadavere del sindaco". Che poi è lo stesso motivo per cui i cittadini di Parma lo hanno votato e per cui, forse, la prossima volta non lo voteranno.

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