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Consultazioni, Berlusconi: "Governo forte e duraturo". Le opzioni tecniche: Gallo e Giovannini

Tra poco Napolitano deciderà. Il Pdl: "Sosterremo la sua scelta". Opzione "bassa intensità politica": oltre Amato, occhio a Letta
di Giulio Bucchi domenica 28 aprile 2013

2' di lettura

Nel Partito democratico la chiamano "bassa intensità politica". In altre parole, no a premier politici provenienti dal Pd. L'alternativa è il governissimo, con dentro ministri di centrosinistra e di centrodestra. Di più: la direzione del Pd ha di fatto delegato al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a decidere in beata solitudine. Una discreta scrollata di spalle, di fronte a un problema creato in massima parte proprio dal partito guidato fino all'altro ieri da Pierluigi Bersani.  Le opzioni tecniche - La verità è che in largo del Nazareno non c'è unità politica, quindi meglio lasciare una cambiale in bianco al Quirinale. Che entro stasera potrebbe decidere il futuro capo del governo. E le direttive, in effetti, dovrebbero essere quelle indicate anche dalla direzione Pd. Se sarà governo "minimalista", come l'ha definito Pippo Civati, i favoriti per Palazzo Chigi sono due tecnici puri: Enrico Giovannini, presidente dell'Istat, e Franco Gallo, presidente della Corte costituzionale. Una via di mezzo sarebbe Giuliano Amato, che nel Pd vedono come elemento "ibrido": d'area democratica, ma non d'immediato rimando al partito agli occhi degli elettori. Su di lui pesa però il no sicuro della Lega Nord. Altra opzione: Enrico Letta, che però molti nel Pd vorrebbero "tenersi" in Parlamento anche per non esporsi troppo. Renzi si raffredda - L'impressione è che, al netto delle manovre interne, dei tranelli e delle tendenze tafazziste del Pd, la pista caldissima che portava fino a martedì pomeriggio alla candidatura di Matteo Renzi si stia un po' raffreddando. Non certo per colpa del Pdl e del centrodestra. Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia si è detta "pronta a stringere con lui un patto generazionale", il leghista Flavio Tosi si è detto favorevole a un suo incarico. E Silvio Berlusconi, subito dopo le consultazioni-lampo da Napolitano, ha ribadito: "Chiediamo un governo forte e duraturo, fondato sull'accordo delle forze politiche e democratiche in campo. Aspettiamo che il presidente indichi il premier incaricato e noi daremo il maggior contributo possibile". Una formula un po' generica, ma chiara: niente soluzione "tecnica" alla Monti, per intendersi. E Renzi sarebbe una sufficiente garanzia di rinnovamento per tutti. 

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