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D'Alema alle Iene: "Renzi mi rompe i c... ma lo voterei"

L'equilibrista Massimo agita il bastone e mostra la carota al sindaco: prima dice che distruggerà il partito, poi salta preventivamente sul carro
di Ignazio Stagno domenica 8 dicembre 2013

Massimo D'Alema e Matteo Renzi

2' di lettura

"Renzi mi fa incazzare, ma lo voterei". Massimo D'Alema parla delle lotte intestine nel Pd e soprattutto della corsa del rottamatore verso la segreteria del Pd. Il tutto alle Iene e davantio al micorfono di Enrico Lucci: "Se lui non li rompe a me, io non li rompo a lui. Parliamoci chiaro: io non sapevo manco chi era Matteo Renzi. Lui si è affermato sulla scena politica avendo come principale parola d’ordine “rottamare Massimo D’Alema”, mi sono incazzato che dovevo fare". Poi D'Alema parla delle primarie: "Io preferisco Cuperlo perché è un ragazzo serio, profondo. Renzi concepisce il partito come un trampolino di lancio per volare su Palazzo Chigi. Gliel’ho detto: tu sali sul trampolino per tuffarti. Ma la piscina è vuota perché le elezioni ancora non ci sono". "Voterei Renzi" -  Ma se Renzi sarà il candidato alle elezioni, D'Alema giura fedeltà: "Certamente lo voterò. Io penso che Renzi sia molto più adatto a fare il candidato alle elezioni". A questo punto arriva la profezia: "Voteremo nel 2015. Vincerà il Pd. Allo stato attuale con Renzi. Se poi da qui al 2015 scopriamo che c’abbiamo Superman, a quel punto candidiamo Superman". Ma D'Alema da quando è fuori dal Parlamento è diventato malinconico e ammette i suoi errori: "Ho sbagliato ad andare a Palazzo Chigi. Penso di aver fatto solo un grande errore: aver lasciato la guida del Partito. Non dovevo farmi prendere dalla sfida, dalla tentazione. Dovevo rimanere dove stavo: a via delle Botteghe Oscure". Ma ora si gode la vita da "pensionato": "Faccio cose che mi interessano di più, viaggio molto di più. Ho meno vincoli, meno obblighi. Il Parlamento purtroppo, a me dispiace, è talmente screditato che una signora mi ha detto: onorevole! Ed io: “Io non so più onorevole, io non sto più in Parlamento”. E lei: “Bravo”, mi ha detto, come se avessi fatto chissà cosa”.

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