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Berlusconi sfida Napolitano:"L'ho ascoltato e non mi ha dato nulla..."E ricorda le promesse che gli fa fatto

Silvio si aspettava di più dal Colle: spera ancora nella moral suasion sul Pd perché gli eviti la decadenza
di Lucia Esposito sabato 31 agosto 2013

Giorgio & Silvio

2' di lettura

Silvio Berlusconi, dopo il vertice di Arcore, non smette di guardare al Colle. Il Cavaliere è sempre più convinto che il Presidente della Repubblica avrebbe dovuto e portuto fare di più per ridargli "l'agibilità politica". Secondo indiscrezioni, al di là del comunicato ufficiale letto da Angelino Alfano, dopo il vertice ad Arcore di sabato, il Cav sarebbe andato giù dititto contro il Colle. "Per dare retta a lui due anni fa mi sono dimesso da premier senza nemmeno essere sfiduciato. Per ascoltare Napolitano abbiamo appoggiato prima Monti e poi addirittura un governo guidato da un esponente del Pd. E che cosa ne abbiamo ricavato in cambio? Zero. Io sono stato responsabile, eppure questo senso di responsabilità non è stato ripagato con uguale moneta, anzi". Cenni di assenso, come riporta La Stampa, quando la Santanchè ha detto: "Se Napolitano si dimetterà per impedirci di andare alle urne saranno affari suoi...Si dimetta pure, noi andremo avanti".  Le promesse non mantenute...Ma Berlusconi sarebbe andato oltre, spiegando allo stato maggiore del partito che si era riunito a casa sua, che sarebbde anche pronto a a "rivelare tutte le promesse che mi ha fatto quando abbiamo acconsentito a far nascere il governo Letta". E tra gli azurri, secondo quanto scrive Repubblica, ci sarebbe anche chi è pronto a far uscire un dossier sulla questione "grazia" citando il precedente del colonnello della Nato Joseph Romano l'unico militare americano condannato per il sequestro di Abu Omar che fu graziato la scorsa primavera dal Presidente della Repubblica. Nel Pdl si vuole sapere, in base alla legge sulla trasparenza degli atti, se qualcuno fece richiesta di grazia o se in quel caso Napolitano si sia mosso mout proprio "per fare un favore a Obama". Belrusconi spera ancora di poter ottenrre da Napolitano un "quarto grado di giudizio politico" che smentisca la Cassaizone con un atto di grazia. O che faccia moral suasion sui democratici affinché si eviti la decadenza. Per ora dal Colle non arrivano segnali. L'ultimo è la famosa nota del 13 agosto. 

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