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Carceri: Napolitano, di solito indulto e amnistia applicati insieme

domenica 13 ottobre 2013

2' di lettura

Roma, 8 ott. (Adnkronos) - "L'opportunità di adottare congiuntamente amnistia e indulto (come storicamente è sempre avvenuto sino alla legge n. 241 del 2006, di sola concessione dell'indulto) deriva dalle diverse caratteristiche dei due strumenti di clemenza". Lo scrive il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, nel suo messaggio alle Camere. "L'indulto, a differenza dell'amnistia, impone di celebrare comunque il processo -ricorda il Presidente della Repubblica- per accertare la colpevolezza o meno dell'imputato e, se del caso, applicare il condono, totale o parziale, della pena irrogata (e quindi -al contrario dell'amnistia che estingue il reato- non elimina la necessità del processo, ma annulla, o riduce, la pena inflitta). L'indulto avrebbe l'immediato effetto di ridurre considerevolmente la popolazione carceraria. Dai dati del DAP risulta che al 30 giugno 2013 circa 24.000 condannati in via definitiva si trovavano ad espiare una pena detentiva residua non superiore a tre anni; essi quindi per la maggior parte sarebbero scarcerati a seguito di indulto, riportando il numero dei detenuti verso la capienza regolamentare. "L'amnistia -spiega ancora il Capo dello Stato- consentirebbe di definire immediatamente numerosi procedimenti per fatti 'bagatellari' (destinati di frequente alla prescrizione se non in primo grado, nei gradi successivi del giudizio), permettendo ai giudici di dedicarsi ai procedimenti per reati più gravi e con detenuti in carcerazione preventiva. Ciò avrebbe l'effetto -oltre che di accelerare in via generale i tempi della giustizia- di ridurre il periodo sofferto in custodia cautelare prima dell'intervento della sentenza definitiva (o comunque prima di una pronuncia di condanna, ancorché non irrevocabile)".

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