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Pd, Renzi a Bari: "Su amnistia e indulto clamoroso autogol. In 20 anni hanno fallito tutti"

Il sindaco di Firenze inizia la campagna per la segreteria democratica. Fa la morale al Quirinale e boccia tutti, da Berlusconi ai vertici dem. Sulla legge elettorale: "Intesa con Monti e Sel"
di Giulio Bucchi domenica 13 ottobre 2013

2' di lettura

"E' un clamoroso errore, un gigantesco autogol affrontare così il tema dell'amnistia e dell'indulto". In attesa di "cambiare verso all'Italia", Matteo Renzi inizia la volatona per la segreteria del Pd buttandosi a sinistra. Dal palco di Bari, in una scenografia che, neanche a farlo a posta, ricorda un po' un live di Amici di Maria De Filippi (con tanto di telecamera rotante) il rottamatore fa la morale a Giorgio Napolitano, Pd e Pdl: "Come facciamo a spiegare ai ragazzi il valore della legalità se poi ogni sei anni quando abbiamo le carceri piene buttiamo fuori qualcuno?". E strizza l'occhio alla sinistra (e magari anche a una parte della base a 5 Stelle) pure sulle leggi-simbolo dei governi di centrodestra: "Si possono cambiare la Bossi-Fini e la Giovanardi. Bastano i cognomi per capire perché... Ma non è per quello che li cambiamo, le cambiamo perché non hanno funzionato".  "Legge elettorale con Sel e Monti" - "Il governo dura se fa le cose, altrimenti va a casa", è il mantra renziano ribadito pure in terra di Puglia. E non a caso i suoi si stanno già preparando al ritorno alle urne: "Entro il mese di novembre presentiamo la nostra proposta di legge elettorale". Saranno tre i punti fermi del post-Porcellum: "Primo, quando scrutini sai chi ha vinto. Secondo, quello che ha vinto è il colpevole delle cose che non fa e non avrà alibi. Terzo, che c'è un'alternanza". "Se vinciamo noi - prosegue -, chiederemo che la legge elettorale sia incardinata non al Senato, dove staremo attenti che non ci siano giochetti, ma alla Camera per cercare un punto di intesa con Sel e il gruppo di Monti, e poi se vorranno con il Pdl di Alfano e i 5 Stelle".  "In 20 anni hanno tutti sbagliato" - La campagna elettorale per le primarie alla segreteria del Pd Renzi la inizia nel segno della critica totale agli ultimi 20 anni di politica italiana. Come per la corsa a Palazzo Chigi (persa) nell'autunno 2012, infatti, il sindaco di Firenze gioca sulla sua vera o presunta novità, la sua "alterità" rispetto al resto del panorama dei potenti. E nel tritacarne ci finiscono tutti, da Berlusconi al Pd: "In questi 20 anni un intero establishment politico ha fallito - arringa Renzi un pubblico per la verità non troppo caloroso -. Ora noi siamo qui per dire che cambiare è unica soluzione. Dobbiamo restituire una speranza".  

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