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Idem: "Mi rimetto al giudizio di Letta"

di Andrea Tempestini domenica 30 giugno 2013

Josefa Idem

2' di lettura

Lunedì 24 maggio. Il giorno del doppio giudizio. Da una parte, a Milano, Silvio Berlusconi e il caso Ruby (terminato con una clamorosa condanna). Dall'altra, a Roma, Josefa Idem alla "corte" di Enrico Letta. Il ministro delle Pari Opportunità, sullo scandalo Ici-Imu, dovrà fornire spiegazioni convincenti al premier, che alla vigilia ha spiegato: "Vedrò le carte e valuteremo insieme. Dico di noi ai doppi standard". L'incontro in programma a Palazzo Chigi è terminato intorno alle 18.30. I dubbi - Il compito di Josefa è tutt'altro che facile. Deve spiegare, per esempio, perché ha mantenuto la residenza nella casa-palestra evitando di pagare l'Ici per quattro anni. Deve spiegare anche perché ha pagato l'Imu per lo stabile solo dopo che la stampa aveva rivelato irregolarità. Deve spiegare anche perché non ha mai dichiarato al Comune che in realtà l'abitazione ospitava una palestra. E deve spiegare anche molti altri dettagli (leggi le 10 domande di Libero alla ministra). Nel frattempo, la procura di Ravenna indaga. Il pianto di Sefi - Josefa, da par suo, tira dritta: a dimettersi non ci pensa nemmeno. Intervistata dal Corriere della Sera, parla di un "massacro", "clima da linciaggio". E ancora: "Non sono furbetta. Ho sbagliato, ma ho chiesto scusa. E sto mettendomi in regola". Troppo tardi, forse. E poi gli errori si pagano. Il pianto prosegue: "Mi stanno sparando addosso con speculazioni, ipotesi. Nessun fatto concreto". Eppure per un cessate il fuoco basterebbe rispondere alle domande che la Idem sta evadendo. "Non mollo" - Sefi prosegue la sua arringa difensiva esaltando il suo lavoro: "Ho impostato un buon lavoro nel mio dicastero". E ancora: "Nel giro di una sola settimana sono passata da essere valutata come una persona brava e  stimata a essere invece additata come una criminale". Quindi la titolare dello Sport aggiunge che "fosse per me, tutti lo sanno che non ho bisogno di una poltrona". Ma la poltrona non la molla: "In molti mi hanno detto di non mollare - ribadisce -. E' tutta una montatura. Lo stanno facendo apposta, e io reggo". Match-point Letta - La Idem può "dimetterla" solo il premier, Enrico Letta, che starebbe pensando all'ipotesi. Josefa spiega: "Gli farò vedere tutte le carte, le illustrerò per bene. Sono tranquillissima. Gli spiegheròp come sono andate le cose e sono fiduciosa che capirà tutte le dinamiche. Lascerò decidere a lui". Il ministro, di fatto, si rimette al giudizio di Letta. Che non deve lasciarsi scappare l'occasione: Josefa la furbetta deve andare a casa.

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