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I nuovi "numeri" del governoAl Senato maggioranza di sei voti

Dopo l'uscita dalle larghe intese dei 62 senatori di Forza Italia, l'esecutivo rischia grosso a Palazzo Madama
di Matteo Legnani sabato 30 novembre 2013

1' di lettura

Stanotte Enrico Letta ha ottenuto la fiducia con 171 voti a favore. Quattro in più di quanto pensava di avere dopo l'addio di Forza Italia alla maggioranza. Sulla carta infatti Letta poteva contare sul sostegno sicuro di 167 senatori rispetto a un quorum di 161, ovvero la metà più uno dei 321 senatori (315 più i senatori a vita) che compongono l’assemblea di Palazzo Madama. A favore di Letta restano i 108 membri del Pd, i 20 di Scelta Civica, i 29 del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano. In totale sono 157, a cui tuttavia si aggiunge il sostegno dei dieci senatori che appartengono al gruppo delle autonomie. Si arriva così a 167. Ai quali si potrebbero aggiungere i cinque senatori a vita: Ciampi, Abbado, Cattaneo, Rubbia, Piano (ma Abbado, Rubbia e Piano vivono all'estero). Alla Camera, invece, il governo non corre rischi: con il quorum della maggioranza assoluta a quota 316 voti, ovvero la metà più uno di 630, il solo Pd ha un pacchetto di 293 deputati, a cui si aggiungono i 46 di Scelta Civica e i 29 del Nuovo Centrodestra. Complessivamente, dunque 368 voti a cui possono aggiungersi quelli del Centro democratico di Tabacci (5), quelli delle minoranze linguistiche (5).

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