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Tosi studia da leader anti-Renzi:prende lo spin doctor e cerca soldi

Presto il sindaco di Verona romperà gli indugi. Forse già prima dell'estate
di Andrea Tempestini domenica 28 luglio 2013

Flavio Tosi

5' di lettura

  Presto, forse già prima della fine dell’estate, Flavio Tosi romperà definitivamente gli indugi. Per ora, in attesa di conoscere nel dettaglio i dieci punti programmatici della nuova formazione politica di centrodestra ideata dal sindaco di Verona - una fondazione di diritto privato che si chiamerà «Dieci proposte per l’Italia» e che per nascere ufficialmente deve poter contare su un capitale di almeno 100 mila euro - il segretario veneto della Lega si limita a parlare di «due P». Ossia, progetti e persone. Saranno quest’ultime, in modo particolare, l’elemento di rottura rispetto ai classici schemi della politica. La squadra che ha in testa Tosi dovrebbe ricalcare quel «modello Verona» che alle amministrative del 2011 ha lasciato soltanto le briciole ai rivali. La base, e non potrebbe essere diversamente visto il ruolo di vicesegretario federale che Tosi ricopre nella Lega, sarà formata da esponenti del Carroccio. Ci saranno i suoi fedelissimi, quelli che l’hanno accompagnato nella bruciante ascesa politica, ma anche i bossiani delusi dai vari scandali che hanno fatto precipitare il partito ai minimi storici in fatto di consensi.    Della nuova creatura politica, oltre a imprenditori, uomini di cultura ed esperti di finanza, faranno parte molti ex pidiellini cresciuti sia in Forza Italia che in Alleanza Nazionale, ex militanti della destra sociale (quelli che il Senatur, due anni fa, durante la campagna elettorale di Tosi per la riconferma a sindaco definì «fascisti»), transfughi di centrosinistra e pure qualche radicale. L’altro giorno, in un noto locale di piazza Bra’, nel cuore di Verona, Tosi ha incassato anche il pieno appoggio dei centristi. Insomma, l’idea di una nuova entità politica che dovrebbe ispirarsi alla Csu bavarese sta andando avanti a marce forzate. Partirà da Verona, ma in poco tempo sarà proposta su scala nazionale. L’incognita, non di poco conto, che aleggia attorno a questa fondazione, è rappresentata dalle diverse anime - in qualche caso opposte - che andranno a formarla. Se la formula dovesse funzionare però, Tosi si guadagnerebbe il ruolo di anti- Renzi. In questa prospettiva, già ai primi di luglio il leghista aveva avanzato la propria candidatura nel caso si svolgessero le primarie per stabilire la nuova leadership all’interno del centrodestra. Fino a non molto tempo fa sembrava verosimile che il sindaco di Verona puntasse alle regionali del 2015 per prendere il posto del compagno di partito Luca Zaia, col quale ormai i rapporti si sono deteriorati. Sennonché Tosi sembra ora voler accelerare i tempi per recitare un ruolo da protagonista a livello nazionale. Al pari dell’amico e probabile rivale Renzi (tra i due v’è una stima tutt’altro che di facciata), il segretario veneto del Carroccio ha deciso di affidarsi a un guru della comunicazione. Se il sindaco di Firenze (che per Tosi avrebbe «stravinto» le scorse elezioni politiche se solo fosse stato candidato al posto di Bersani) si è imposto anche grazie al lavoro di Giorgio Gori, Tosi ha scelto come spin doctor Marco Benatti (anche lui veronese), considerato un vero e proprio santone in fatto di media, pubblicità e marketing. Benatti, ora titolare dell’agenzia Fullsix, è l’in - ventore di virgilio.it.  Ormai in politica comandano i guru o, perlomeno, non si muove foglia che un guru non voglia.Presto, forse già prima della fine dell’estate, Flavio Tosi romperà definitivamente gli indugi. Per ora, in attesa di conoscere nel dettaglio i dieci punti programmatici della nuova formazione politica di centrodestra ideata dal sindaco di Verona - una fondazione di diritto privato che si chiamerà «Dieci proposte per l’Italia» e che per nascere ufficialmente deve poter contare su un capitale di almeno 100 mila euro - il segretario veneto della Lega si limita a parlare di «due P». Ossia, progetti e persone. Saranno quest’ultime, in modo particolare, l’elemento di rottura rispetto ai classici schemi della politica. La squadra che ha in testa Tosi dovrebbe ricalcare quel «modello Verona» che alle amministrative del 2011 ha lasciato soltanto le briciole ai rivali. La base, e non potrebbe essere diversamente visto il ruolo di vicesegretario federale che Tosi ricopre nella Lega, sarà formata da esponenti del Carroccio. Ci saranno i suoi fedelissimi, quelli che l’hanno accompagnato nella bruciante ascesa politica, ma anche i bossiani delusi dai vari scandali che hanno fatto precipitare il partito ai minimi storici in fatto di consensi. Della nuova creatura politica, oltre a imprenditori, uomini di cultura ed esperti di finanza, faranno parte molti ex pidiellini cresciuti sia in Forza Italia che in Alleanza Nazionale, ex militanti della destra sociale (quelli che il Senatur, due anni fa, durante la campagna elettorale di Tosi per la riconferma a sindaco definì «fascisti»), transfughi di centrosinistra e pure qualche radicale.  L’altro giorno, in un noto locale di piazza Bra’, nel cuore di Verona, Tosi ha incassato anche il pieno appoggio dei centristi. Insomma, l’idea di una nuova entità politica che dovrebbe ispirarsi alla Csu bavarese sta andando avanti a marce forzate. Partirà da Verona, ma in poco tempo sarà proposta su scala nazionale. L’incognita, non di poco conto, che aleggia attorno a questa fondazione, è rappresentata dalle diverse anime - in qualche caso opposte - che andranno a formarla. Se la formula dovesse funzionare però, Tosi si guadagnerebbe il ruolo di anti- Renzi. In questa prospettiva, già ai primi di luglio il leghista aveva avanzato la propria candidatura nel caso si svolgessero le primarie per stabilire la nuova leadership all’interno del centrodestra. Fino a non molto tempo fa sembrava verosimile che il sindaco di Verona puntasse alle regionali del 2015 per prendere il posto del compagno di partito Luca Zaia, col quale ormai i rapporti si sono deteriorati. Sennonché Tosi sembra ora voler accelerare i tempi per recitare un ruolo da protagonista a livello nazionale. Al pari dell’amico e probabile rivale Renzi (tra i due v’è una stima tutt’altro che di facciata), il segretario veneto del Carroccio ha deciso di affidarsi a un guru della comunicazione. 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