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Berlusconi: "Letta e Napolitano non sono affidabili"

Silvio spiega le mosse degli ultimi giorni: "Sono stato costretto. Ho scelto la via del voto non per i miei guai giudiziari ma perché si è nettamente evidenziata la realtà di un governo ostile"
di Ignazio Stagno domenica 6 ottobre 2013

2' di lettura

Silvio Berlusconi non molla la linea dura. In una lettera inviata al settimanale Tempi il Cav spiega le sue ragioni e chiarisce il perchè delle dimissioni dei ministri del Pdl dall'esecutivo. Berlusconi mette nel mirino il premier e il Quirinale, colpevoli di non aver mosso un dito per tutelare la sua agibilità politica dopo la condanna in Cassazione per il processo Mediaset: "Enrico Letta e Giorgio Napolitano avrebbero dovuto rendersi conto che, non ponendo la questione della tutela dei diritti politici del leader del centrodestra nazionale, distruggevano un elemento essenziale della loro credibilita' e minavano le basi della democrazia parlamentare. Non si sono opposti al mio assassinio politico". "Deluso da tutti" - Poi il Cav definisce "inaffidabili" Letta e Napolitano:  "Come puo' essere affidabile - prosegue l'ex premier - chi non riesce a garantire l'agibilita' politica neanche al proprio fondamentale partner di governo e lascia che si proceda al suo assassinio politico per via giudiziaria?". Insomma Berlusconi non si fida. Il voto sulla sua decadenza è alle porte. Il 4 ottobre la Giunta per le immunità si pronuncerà per farlo fuori da palazzo Madama poi la parola passerà al Senato. In mezzo c'è la fiducia a Letta. Il Cav sembra determinato ad andare avanti per la sua strada. E' deluso, amareggiato. "Pd colpevole" - Così punta il dito contro gli alleati di governo del Pd: "I democratici (compreso Matteo Renzi) hanno tenuto un atteggiamento irresponsabile soffiando sul fuoco senza dare alcuna prospettiva politica. Resistere per me è stato un imperativo morale che nasce dalla consapevolezza che senza il mio argine – che come è evidente mi ha portato ben più sofferenze che ricompense – si imporrebbe un regime di oppressione insieme giustizialista e fiscale. Per tutto questo, pur comprendendo tutti i rischi che mi assumo, ho scelto di porre un termine al governo Letta". "Alle urne" -  Infine Silvio spiega perchè secondo lui il "voto è l'unica strada possibile": "Ho scelto la via del ritorno al giudizio del popolo non per i miei guai giudiziari ma perché si è nettamente evidenziata la realtà di un governo radicalmente ostile al suo stesso compagno di cosiddette larghe intese. Un governo che non vuole una forza organizzata di centrodestra in grado di riequilibrarne la sua linea ondivaga e subalterna ai soliti poteri interni e internazionali".   

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