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Anche la sinistra tifa per le dimissioni degli azzurri

Senza i parlamentari del Pdl, il Pd varerebbe un governo di scopo sostenuto da Sel, senatori a vita, Scelta civica e qualche grillino. Obiettivo: preparare il terreno alle elezioni di primavera
di Matteo Legnani domenica 29 settembre 2013

2' di lettura

Strillano al "colpo di Stato". Accusano il Pdl di irresponsabilità. Ma, sotto sotto, quelli del Pd tifano per le dimissioni dei parlamentari azzurri e per quelle, fin qui più volte minacciate, di Enrico Letta. Il presidente del Consiglio, nelle ultime settimane, ha più volte detto di non voler fare la parte del "parafulmine" e di essere pronto a farsi da parte. Minaccia che ha ribadito, con toni ancor più convinti, pure ieri da New York, dopo aver appreso della minaccia dei pidiellini di dimettersi da Camera e Senato se la Giunta per le elezioni voterà a favore della decadenza di Berlusconi da Senatore. "Sono pronto a dimettermi anche da qui" ha detto al telefono al suo vice Alfano. Uno sceario che a quelli del Pd potrebbe non dispiacere affatto: lo "strappo", infatti, potrebbe consegnare i due rami del Parlamento al centrosinistra e aprire la strada a un "governo di scopo" senza Pdl. Lo schema è quello già noto di una intesa tra i dem, Sel e Scelta civica, con una spolverata di 5 Stelle. Per paradosso, l'assenza dei parlamentari pidiellini renderebbe una simile operazione di facile realizzazione al momento di ottenere la fiducia. Alla Camera, il problema non si pone, visto che il deprecato (a parole) 'porcellum' ha consegnato alla sinistra la maggioranza assoluta dei voti. Al Senato Pd, Sel, e gruppo per le Autonomie contano insieme 125 voti. Con Scelta civica arriverebbero a 145, più i 4 senatori a vita provvidenzialmente nominati da Napolitano 4 giorni fa (Abbado, Rubbia, Piano e Cattaneo). A questo punto, basterebbe l'appoggio, quasi scontato, di una manciata di grillini per dare all'esecutivo "di scopo" la magguioranza assoluta dei voti dell'aula. 

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