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Alfano e Brunetta rilanciano l'idea: "Grazia a Berlusconi"

Gli azzurri vogliono chiedere la clemenza a Napolitano. Così il Pdl abbasserebbe i toni e il governo Letta avrebbe un alleato in più: Silvio
di Michele Chicco domenica 20 ottobre 2013

Angelino Alfano

2' di lettura

I margini per un atto di clemenza del Colle in favore di Silvio Berlusconi ci sono e adesso il Popolo delle Libertà proverà a far pressione sul Quirinale per liberare il leader dai lacci della magistratura. L'idea è tornata d'attualità stamattina e i tessitori della trama sono Angelino Alfano e Renato Brunetta. Solo Giorgio Napolitano può ridare a Silvio "agibilità politica" e, per appianare i dissidi nati dopo la stesura della legge di stabilità 2014, il Presidente potrebbe concedere la grazia per rafforzare il governo con un Cavaliere in più.  Decadenza - Le alternative sembrano, infatti, blande: con l'imminente voto sulla decadenza di Berlusconi, il futuro del governo Letta è appeso ad un filo. Agli azzurri (e soprattutto a Berlusconi) non è piaciuta la mancata sforbiciata alle tasse e tutti sono tornati ad attaccare. Angelino, che con questo governo vuole andare avanti, prova ad estrarre il coniglio dal suo cilindro: la grazia sarebbe contropartita perfetta per il Pdl che potrebbe, solo così, sostenere Enrico Letta ancora a lungo. Se invece i democratici dovessero ferire Silvio col voto in Senato, tutto sarebbe diverso: "Non potrei mai essere nella stessa maggioranza dei mie carnefici", fa sapere Berlusconi e i suoi sono pronti al rompete le righe. A maggior ragione, se dal Colle non pioverà un paracadute.  Aministia/Grazia - Sul tavolo, si sa, c'è anche il nodo amnistia, ma al centrodestra questa possibilità sembra proprio non piacere. Daniela Santanchè ha fatto sapere che non vorrebbe votare un decreto del genere e, quindi, sarebbe difficile anche far entrare Berlusconi nel calderone del liberi tutti. Ecco perché Brunetta oggi ha prospettato a Napolitano l'unica soluzione possibile: grazia. Angelino, il segretario, ha avuto il compito di comunicarlo al leader azzurro che ha ammiccato. L'idea non gli dispiace e il fatto che tra gli ambasciatori da inviare sul colle più alto di Roma ci sia anche Mario Mauro (un ex del Cav stimato da Napolitano) rende tutto possibile. 

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