di Brunella Bolloli Si sono fatti beccare con le mani nella Nutella e il buco nella banca di riferimento. Hanno cercato di scaricare sulla dirigenza di Mps, come se fosse nominata a loro insaputa, hanno gridato alla propaganda dei giornali «nemici». E ora gli esponenti del Partito democratico si scontrano con il segno meno dei sondaggi e con la paura della rimonta altrui. Pier Luigi Bersani, di solito così bonario, si è trasformato per un attimo in Hannibal Lecter: «Se ci attaccano li sbraniamo», ha scandito in piacentino; salvo poi abbandonare la faccia dura e prendere atto della bacchettata del Capo dello Stato, che sarà pure nato compagno, ma sullo scandalo Monte dei Paschi ha difeso Bankitalia e ha chiesto chiarezza. Perfino Rosy Bindi, origini senesi e un sacco di legislature alle spalle, interpellata in tv sulla vicenda, è incappata solo in un confuso biascicamento di «non so». Una figuraccia. In breve, quella che doveva essere una vittoria netta del centrosinistra rischia di essere ben altro. Un testa a testa. Un pareggio con il centrodestra, almeno al Senato. Un successo, se così dovesse andare, talmente fiacco e risicato da rendere ingovernabile il Paese. Chi lo dice? Prima di tutto i sondaggi. L’ultimo, diffuso ieri in esclusiva per il talk politico di Raitre Agorà, è stato realizzato da Swg e dice che il Pd continua a perdere punti per colpa del pasticciaccio Mps (e dei barattoli di Nutella pagati con i soldi dei contribuenti). Leggi l'articolo integrale di Brunella Bolloli su Libero in edicola oggi, sabato 2 gennaio