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La tentazione di Silvio:affossare la Convenzione

Dopo il "no" alla nomina di Nitto palma per la commissione Giustizia, il Cav non si fida più del Pd: meglio cambiare la costituzione col lavoro parlamentare
di Matteo Legnani domenica 12 maggio 2013

3' di lettura

di Salvatore Dama Se sia psicologia inversa o cambio di strategia, non è chiaro. Ma sembra che la nuova tentazione di Silvio Berlusconi sia quella di far saltare la Convenzione per le riforme. Non perché il Cavaliere abbia rinunciato all’idea di aggiornare la seconda parte della Costituzione. Ma per i dubbi sull’efficacia dello strumento scelto: «Non può funzionare. Con questa sinistra inaffidabile poi... Meglio procedere con la via parlamentare». L’ex premier è molto irritato per la vicenda Nitto Palma. Non solo per l’affondamento di un suo uomo, ma per il brutto segnale offerto di nuovo dal Partito democratico: «Deve finire questa storia che i nomi  proposti da noi debbano subire il loro giudizio di presentabilità!», è sbottato. La cosa lo riguarda anche personalmente, visto le bocciature arrivate da molti esponenti democratici circa l’ipotetica leadership berlusconiana per la Convenzione delle riforme. E allora non se ne farà nulla: Silvio, rivela chi ci ha parlato ieri, ha tutta l’aria di voler ribaltare il tavolo. Prova ne è anche il fatto che Berlusconi ha chiesto di essere inserito tra i membri della Commissione Affari costituzionali del Senato. È quello il posto dove presentare proposte di riforma della Carta. Ed è lì che probabilmente l’ex premier prenderà l’iniziativa.   Oggi Berlusconi riunisce i vertici azzurri a Palazzo Grazioli. Un pranzo per fare il punto sulle «scorrettezze» del Pd e per  decidere come reagire. D’altronde, oltre al caso di Nitto Palma, rischia di scatenarsene un altro con l’elezione del vice presidente della Camera che deve sostituire il neo ministro Maurizio Lupi. Carica istituzionale per la quale Silvio vorrebbe schierare Daniela Santanchè. L’uomo delle trattative, Denis Verdini, ha rassicurato la deputata azzurra sui numeri e sul sostegno dei dem. Ma, con il caos che vige al Nazareno, come si fa a fidarsi della parola dei loro capigruppo?  Per il resto, «anche se il Pd vìola gli accordi siglati con noi», il loro atteggiamento non incide sulla tenuta dell’esecutivo. Il Pdl  va avanti sostenendo «responsabilmente» il governo Letta. L’ex presidente del Consiglio ha anche deciso di rinunciare alla piazza di Brescia per non agitare le acque all’interno della maggioranza. Ma l’atteggiamento di benevolenza verso Letta junior non è  una delega in bianco, il vero banco di prova sarà sui contenuti. «I primi provvedimenti del governo dovranno essere quelli proposti da noi». E quindi via la rata dell’Imu, le esenzioni fiscali per le imprese che assumono, lo stop all’aumento dell’Iva e una riforma dei poteri di Equitalia che la rendano più “umana” agli occhi dei contribuenti.  Ma Berlusconi non perde di vista le proprie vicende giudiziarie. Già oggi riparte il processo sui diritti Mediaset, anche se gli avvocati del Cavaliere chiederanno un rinvio in attesa del giudizio della Consulta sul conflitto di attribuzione e in ragione degli impegni parlamentari del leader del Popolo della libertà. Ma il procedimento è agli sgoccioli ed è presumibile che arrivi a sentenza entro la fine del mese. Così come il processo Ruby. «Mi aspetto una assoluzione totale», Berlusconi intervistato da Andrea Pamparana per un speciale del Tg5 commenta il processo Diritti Mediaset, «perché il fatto non sussiste o per non aver commesso il fatto, se i giudici saranno integerrimi. Se invece mi troverò di fronte a un collegio dominato da giudici politicizzati allora potrà aversi ancora una sentenza come quella di primo grado, lontana dal vero e fatta apposta per eliminare l’avversario politico».

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