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Va dove ti porta la rabbia Susanna indignata va nel partito degli astensionisti

La scrittrice si sfoga sul Corriere della Sera: la classe politica usa i nostri soldi "in modo sconsiderato, offensivo e folle", giusto provare "un senso di ribellione e disgusto". E avverte la casta: continuate a parlare tanto il pubblico se ne è andato
di Eliana Giusto domenica 30 settembre 2012

2' di lettura

E' indignata Susanna Tamaro. Nauseata dagli ultimi scandali di una classe politica che usa i nostri soldi "in modo sconsiderato, offensivo e folle" non può che "provare un senso di ribellione e disgusto" e avverte la casta: continuate pure a parlare tanto il pubblico se ne è andato. "La sala è vuota". Le tasse - Sul Corriere della Sera la scrittrice di "Va' dove ti porta il cuore" esprime tutta la sua rabbia per aver sempre contribuito - pagando le tasse - a migliorare questo Paese, inutilmente: "Non sono un politico né un economista né un'opinionista di qualsivoglia corrente", scrive, "ma semplicemente una persona responsabile che osserva le cose e che non può non farsi delle domande". Dice: "Sono stata in anni passati una grande contribuente dello Stato, senza mai ascoltare le sirene dell'evasione; nessuno, infatti, mi ha mai tolto la convinzione che è giusto e doveroso pagare le tasse senza alcun sotterfugio perché i soldi che avrei potuto sottrarre alle Isole Camore dovevano servire a finanziare gli ospedali, a costruire strade, a far funzionare meglio la scuola".  La casta - Per questo, la Tamaro, davanti all'ennesimo "scandalo" della Casta, si chiede: "Quali sono le responsabilità di questa pletora di figure indistinte che navigano nel florido universo delle Province, delle Regioni e dell'apparato dello Stato?". E ancora: "Perché dobbiamo subire l'indegnità di queste persone?", "Perché dolo Stato", "noi", "dobbiamo pagare anche i loro pranzi alla Camera" pur essendo "tutti forniti di una quantità di prebende che fanno vergognare qualsiasi Paese democratico?".  L'astensione - La soluzione, sembra suggerire la scrittrice, è l'astensione. Tutti questi politici accecati "dalla luce della ribalta" "non si sono accorti che nel frattempo il pubblico se ne è andato, la sala è vuota e lo sarà anche per le prossime repliche in programma". Perché c'è un'Italia "che non si fa arpionare dagli istrionici populismi di pancia", un'Italia "etica" che "non riesce più a riconoscersi in nessuno dei protagonisti della politica". 

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