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Tutti gli affari dell'Udc Cesa con gli amici Fiorito & Co.

Il segretario-imprenditore nel Lazio ha ricevuto per la sua società commesse da destra e da sinistra. Con la Polverini si è arricchito, ora ci prova col Pd Gasbarra
di Giulio Bucchi domenica 30 settembre 2012

3' di lettura

  di Franco Bechis Lorenzo Cesa è un imprenditore fortunato. Dopo avere ottenuto da Renata Polverini contratti fino al 2013 da 1,3 milioni di euro complessivi per la sua società I Borghi srl che gestisce l’auditorium di via della Conciliazione, difficilmente rischia di perdere il prezioso fatturato dopo le dimissioni del governatore con cui era alleato politicamente nella Regione Lazio. Primo, perché la Polverini resterà in carica almeno fino alla primavera 2013, e secondo il tam-tam (lei non nega)  è sempre più vicina politicamente all’Udc. Secondo, perché per il dopo il partito che probabilmente avrà la strada spianata verso la conquista del nuovo consiglio regionale, e cioè il Pd, sembra intenzionato a candidare il suo attuale segretario regionale, Enrico Gasbarra.  Se davvero avvenisse, Cesa potrebbe  fregarsi le mani. Come segretario dell’Udc - mestiere che alterna a quello dell’imprenditore - può stringere facilmente un’alleanza con il più democristiano dei leader locali del Pd. Come azionista dei Borghi srl (società che controlla con il figlio Matteo e con l’amico Valerio Toniolo), Cesa rischia di vedere moltiplicare i suoi affari e salvare il fatturato dal tracollo del sistema politico del Lazio. Una fortuna clamorosa, perché fu proprio Gasbarra quando era presidente della provincia di Roma a mettere le ali ai suoi Borghi affidandogli la ristrutturazione e la successiva gestione di quell’Auditorium di via della Conciliazione. Una missione che Gasbarra pagò a Cesa ben 1,5 milioni di euro con un contratto triennale 2005-2008, negli anni migliori del politico Udc-imprenditore. Amico di tutti  È una fortuna per Cesa essere mezzo politico e mezzo imprenditore. E soprattutto essere un politico centrista, di quelli che oggi vanno con il nero e domani con il rosso. Meglio ancora: oggi a braccetto sia con il rosso che con il nero, un po’ qua e un po’ là. A Roma Cesa può contare su ben quattro scacchieri per alleanze incrociate utili alla sua impresa: il governo nazionale, il comune, la provincia, la Regione Lazio. Così da tutti ha ricevuto un po’. Bella commessa dal governo nazionale quando l’amico Rocco Buttiglione era ministro dei Beni culturali nel governo di Silvio Berlusconi. Gliela diede l’Arcus, società vigilata dai Beni culturali e all’epoca guidata da Mario Ciaccia, attuale viceministro alle Infrastrutture del governo tecnico. Allora nella società Cesa fece entrare come socio prima al 40 e poi al 45 per cento un manager cresciuto alla corte di Francesco Rutelli: l’italo-americano (è nato a New York) Francesco Artenisio Carducci. Il Pd non c’era ancora, e aveva una certa forza la Margherita. Carducci fu buona scelta per stringere meglio i rapporti con la provincia di Roma che era appunto in mano al margheritino Gasbarra. Ottimo viatico anche per un altro committente d’oro: Piero Marrazzo, presidente della Regione Lazio. Dal centrosinistra arrivarono così negli anni quasi 4 milioni di commesse nelle casse della società di Cesa padre e figlio e di Carducci.  Ma grazie alla alleanze ed amicizie trasversali qualche soldino arrivò pure dal centro destra. Silvio Berlusconi volle fare il congresso 2011 del Pdl all’Auditorium, e naturalmente fece pagare al suo partito la società di Cesa. D’altra parte l’anno prima I Borghi aveva ricevuto più di 12 mila euro da Franco Fiorito a saldo di una manifestazione del gruppo Pdl della Regione Lazio che si svolse il 5 dicembre 2010. Commesse  Per Cesa la festa è stata grande (I Borghi ha fatturato sempre in questi anni fra i 3 e i 4 milioni di euro l’anno con una notevole incidenza di commesse pubbliche) e grande continuerà ad essere. Non ne beneficerà più invece Carducci, che nel frattempo era divenuto capogruppo dell’Udc nella Regione Lazio. Forse sentendo vento di tempesta il 2 maggio scorso ha ceduto il suo 45%  per 60 mila euro (con una discreta plusvalenza) a Filippo Maria Faruffini, un nobile armatore, frequentatore del circolo nautico dell’Argentario tanto amato da Gianfranco Fini. Tre mesi dopo Faruffini ha regalato la sua quota nei Borghi (e molte altre partecipazioni) a Nathalie Navarra, che oggi ha nei Borghi la stessa quota che hanno i Cesa padre e figlio. Divideranno insieme e trasversalmente gli affari, che certo non mancheranno.    

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