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Il diktat di Alfano: niente indagati alle primarie o lascio

La richiesta a Berlusconi: "Non accetti chi è sotto inchiesta, è una fase nuova". Meloni e Carfagna si schierano con lui
di Eliana Giusto domenica 25 novembre 2012

2' di lettura

  Aut aut di Angelino Alfano sulle primarie del Pdl: "Niente indagati a queste elezioni", ha chiarito il segretario del Pdl al Tg2: "Se ci saranno indagati candidati a queste primarie non mi candiderò, se ci sono loro non ci sono io", ha assicurato.    Il caso Proto - Alfano, insomma, dopo la notizia che il finanziere Alessandro Proto, candidato alle primarie, è indagato con le accuse di aggiotaggio e truffa, chiede al presidente Silvio Berlusconi che "ha appena firmato la nomina del comitato dei garanti" di non accettare indagati: "Si tratta di aprire una fase nuova in questo Paese e io non sono disponibile a gareggiare in un contesto che non è quello giusto per aprire una fase nuova". Le reazioni - Posizione subito apprezzata dalla sfidante Giorgia Meloni che su Twitter ha cinguettato: "Bene Alfano. Non mi candido neanche io alle primarie se ci sono indagati in lista. Domanda: il criterio varrà anche per le politiche?". E pure Mara Carfagna plaude l'iniziativa: "Le primarie sono un passaggio irrinunciabile di quel percorso verso la pulizia del partito che ci chiedono a gran voce i nostri elettori e del quale tutti noi dirigenti del Pdl sentiamo l’esigenza da tempo. Il Pdl può tornare ad essere il  partito degli onesti e delle persone pulite, al di sopra di ogni sospetto. E’ questo che ci ha chiesto Silvio Berlusconi. Questa esigenza è ancora più impellente oggi in vista della composizione delle liste per i candidati alle elezioni politiche e per  le regionali in Lazio e Lombardia".   

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