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Maurizio Landini e il cinema comico: come si fa ridere dietro

Il segretario della Cgil sempre pronto a recitare: ora strilla contro il governo al fianco degli artisti di sinistra. Risultato? Figura barbina
di Francesco Storace venerdì 16 maggio 2025

3' di lettura

Una nuova stella si affaccia nel cinema comico italiano. Un attore sempre in scena, star inarrivabile per la capacità di recita: si chiama Maurizio Landini. Anche se ora appare come segretario della Cgil, la sua vocazione è lo spettacolo e riesce a fingere benissimo ogni parte che gli impone il copione che trova per strada.

Ora è il turno degli artisti che strillano – sempre i soliti, sempre al solito – contro il ministro della Cultura, Alessandro Giuli. Non sono soddisfatti nelle loro pretese; si sentono sfruttati e abbandonati; Hollywood è davvero lontana e hanno chiesto il sostegno di Landini.

A cui non pare vero – è il suo secondo lavoro – di impugnare il megafono per strillare contro il governo. Si è immedesimato nella parte dei suoi compagni di spettacolo ed è partito lancia in resta ad asciugare le lacrime di Geppy Cucciari e soci di lotta.

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Dunque, anche Landini. Sì, anche lui lo ha detto con il vocione da intervista televisiva: «Facciamo nostro l’appello che il mondo dello spettacolo ha sottoscritto rispetto alle forti difficoltà di molte produzioni cinematografiche, soprattutto quelle più piccole e indipendenti, prodotte dalle scelte sbagliate e dai ritardi del Governo sul tax credit».

Mica si è attardato a denunciare vizi e stravizi di chi pretende sale vuote e tasche piene. No, per il segretario della Cgil questa volta non ci sono sprechi da stigmatizzare.
Il solito centinaio di attori e registi contesta Giuli? E lui giustifica tutto: «'Quella del settore – pontifica Landini - è una crisi che riguarda centinaia di lavoratrici e lavoratori. Per questo è urgente introdurre forme di sostegno al reddito che garantiscano queste lavoratrici e questi lavoratori nei periodi di non lavoro».
Se non andiamo errati dovrebbe chiamarsi assistenzialismo.

Ma non solo: «Risultano, inoltre, assolutamente inaccettabili – con una faccia ancora più tosta - gli attacchi subiti in questi ultimi giorni da esponenti del mondo dello spettacolo come Stefano Massini, Elio Germano e Geppi Cucciari, ai quali va tutta la nostra solidarietà. Ancora una volta ministri di questo Governo criminalizzano il dissenso per celare l’assoluta assenza di politiche su materie delicate come questa». «Saremo sempre al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori del settore», conclude il segretario generale della Cgil.

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Ovviamente neanche una parola su quel che al contrario è invece avvenuto. Addirittura la Cucciari si è esibita al Quirinale, con un’abbondante dose di pessimo gusto, proprio contro il ministro Giuli, appellandolo in tutti i modi possibili. E lasciamo perdere gli insulti, moltiplicati da tutte le televisioni pubbliche e private, di Elio Germano contro lo stesso ministro e un po’ tutto il governo, descritto alla stregua di un clan.

Nella sua performance, Landini è caduto nella solita tentazione della sinistra, ovvero la costante e reiterata demonizzazione del nemico di Palazzo Chigi. Una volta lo fa con gli attori, la volta successiva con i referendum in via di fallimento elettorale.

Chi guarda le sue esibizioni non può non andare con la mente ai suoi predecessori che rifuggivano l’estremismo da rivolta sociale, persino altolocata... È proprio con questi «difensori» dei diritti dei lavoratori che davvero il governo avrà vita lunga.

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