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Nella Cosa Bianca tanti finti cattolici. E la colpa è di quelli veri

Molti sgomitano per entrare nel nuovo progetto centrista: Fini, Casini, Marcegaglia. Non sono credibili ma riempiono un vuoto lasciato da Cl & Co.
di Giulio Bucchi domenica 12 agosto 2012

2' di lettura

di Antonio Socci «È doveroso che, nella vita pubblica, i cattolici siano sempre più numerosi», ha affermato il cardinale Bagnasco, presidente della Cei. Infatti i giornali di ieri hanno titolato: «Bagnasco: più cattolici in politica». Ma siamo sicuri che manchino? A me pare che tutti si dicano cattolici. Dagli ultradestri di Forza Nuova ai comunisti Vendola e Crocetta, da Tonino Di Pietro a Silvio Berlusconi, da Monti a Tremonti, da Rosy Bindi a Maurizio Gasparri e Carlo Giovanardi, da Leoluca Orlando a Raffaele Lombardo o Totò Cuffaro, dall’ex pannelliano ed ex verde Rutelli al post-socialista Sacconi, dall’ex radicale Roccella al caso politico del momento, il sindaco Renzi, dall’ex musulmano Magdi Allam a Borghezio, dalla Binetti a Ignazio Marino, da Mantovano a Buttiglione, perfino da Prodi a Sgarbi (che mi pare si dica cattolico). È il caso di dire: troppa grazia… Uno dei pochi a dirsi pubblicamente ateo (abbracciando le battaglie laiciste), Gianfranco Fini, con coerenza tutta finiana ambisce ad essere tra i fondatori della «Cosa Bianca», cioè il nuovo raggruppamento cattolico. Le cui colonne – a difesa del valore della famiglia – oltre a Fini, sarebbero Casini e Passera (non è divertente?). Mentre per l’altro pilastro – quello dello stato sociale (rivendicato da Olivero delle Acli, un altro dei fondatori, insieme al cislino Bonanni) – il Corriere suggerisce il nome di Emma Marcegaglia, notoriamente paladina degli operai e della dottrina sociale della Chiesa.  A sintesi di tutto – valore della famiglia e valori sociali – sempre secondo il Corriere c’è Luca Cordero di Montezemolo, che è davvero un simbolo vivente, per le masse cattoliche, di devozione e di battaglie per la famiglia e la giustizia sociale... Il tutto in alleanza con il duo Bersani-Vendola che – di fronte alla grande emergenza economica del Paese – come prima idea ha lanciato quella delle «unioni gay» (la cosa che, come si sa, più sta a cuore agli operai e alla casalinga di Voghera). Ma oltre alla «coerenza di valori», nella futura alleanza fra Cosa bianca e sinistra c’è anche un’ammirevole coerenza politica e programmatica. Perché mentre il nuovo centro di Casini intende rappresentare il «partito di Monti», per riportare il tecnocrate a Palazzo Chigi dopo il 2013, il duo Bersani-Vendola con cui si allea è dichiaratamente «contro Monti» (Vendola-Fassina) e «per superare Monti» (Bersani). Come si vede: poche idee, ma molto confuse. Leggi l'articolo integrale di Antonio Socci su Libero in edicola oggi, domenica 12 agosto  

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