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Melandri, Amato & co: rottamati a spese nostre

Authority, enti pubblici, partecipate: agli abbandoni annunciati fanno seguito poltrone molto ben pagate
di Giulio Bucchi domenica 21 ottobre 2012

2' di lettura

  di Francesco Borgonovo Giovanna Melandri, fresca di nomina alla presidenza del Maxxi, il museo di arte contemporanea di Roma, ha rilasciato ieri al Corriere della Sera un’intervista in cui stigmatizza il «clima di maccartismo bipartisan» che a suo parere si sarebbe diffuso nel Paese. Piccolo problema: qui non ci sono liste di proscrizione in cui iscrivere intellettuali incolpevoli. Gli unici elenchi facili da compilare sono quelli, sterminati, degli ex politici in qualche modo paracadutati su comode poltrone pagate dai contribuenti.  La bionda e graziosa ex ministra per i Beni culturali fa sapere di aver già consegnato al presidente della Camera la sua lettera di dimissioni da parlamentare, pregandolo di metterla in calendario quanto prima. Secondo il ministero, ai presidenti delle fondazioni non spettano, per legge, compensi o indennità. La Melandri, tuttavia, ha spiegato al Corriere che  non percepirà compensi dal Maxxi finché le dimissioni non diventeranno effettive. A quel punto, sarà il cda del museo a stabilire l’ammontare del suo stipendio: le auguriamo di trovare al più presto una quadra. Esempio per tutti - Giovanna si appresta dunque a seguire l’esempio di Giuliano Amato, di recente definitosi «autorottamato» per la sensibilità mostrata nel farsi da parte. Deputato del Psi, ministro del Tesoro, presidente del Consiglio, di nuovo ministro del Tesoro, poi ancora deputato, quindi consigliere di Monti, in predicato per il Quirinale, infine presidente della Treccani. Gli hanno dato pure un programma in Rai in cui teneva interessantissime lezioni di economia.  Son cose commoventi, un po’ come la foto che si trova aprendo il sito web del Cnel, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro. Nella homepage campeggia uno scatto che ritrae due signori sorridenti intenti a stringersi la mano. Sono Antonio Marzano e Luigi Nicolais. Il primo è l’attuale presidente del Cnel, già tessera numero 9 di Forza Italia, già deputato, già ministro delle Attività produttive con Berlusconi. Il secondo è il presidente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), già assessore in Campania, già ministro della Funzione pubblica con Prodi, già deputato del Pd. Curricula di tutto rispetto, per i due.   Leggi l'articolo integrale di Francesco Borgonovo su Libero in edicola oggi, domenica 21 ottobre    

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