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Gli amici scomodi di Di Pietro, nei guai per rapina ed evasione

Dalla Puglia alla Liguria, dalla Calabria alla Sardegna, l'ex pm ha appoggiato numerosi indagati e condannati. Come moralizzatore non è credibile
di Giulio Bucchi domenica 14 ottobre 2012

2' di lettura

di Filippo Facci Un visino d’angelo incastonato nella crapa di Al Capone: l’indagine su Vincenzo Salvatore Maruccio da una parte accredita le peggiori sciocchezze sulla fisiognomica della malapolitica si affianca  ai vari Belsito e De Gregorio) e però dall’altra crea un disastro vero, perché Maruccio non è solo ex assessore ai Lavori pubblici e capogruppo Idv nel Lazio, è l’avvocato di Antonio Di Pietro nello studio di Sergio Scicchitano - a sua volta indagato per false fatturazioni nel giugno 2011 - il quale esercita dove Tonino ha il suo domicilio professionale. Parentesi per i colleghi: gli avvocati calabresi Maruccio e Scicchitano sono quelli che in questi anni vi hanno spedito le querele del molisano. Un disastro, perché il peso specifico di questa vicenda schiaccia l’Italia dei Valori verso il fondo di quella «vecchia politica» che Di Pietro cercava disperatamente di scansare per fiondarsi in direzione Grillo: solo che Grillo attraversa gli stretti a nuoto, Di Pietro intanto si dimena sull’arenile come un pescione appena pescato. Ora pure questa mazzata, a segnare una cesura definitiva: perché Grillo alla fine non prende soldi pubblici, Di Pietro sì; Grillo non ha figli e famigli in politica, Di Pietro sì; Grillo non ha candidato inquisiti, Di Pietro sì; Grillo non è candidato, Di Pietro ha già accumulato cinque mandati ed è in politica da 17 anni, si è pure avvalso dell’immunità europarlamentare: chiedere giusto ai suoi avvocati - quando saranno liberi - per informazioni. Leggi l'articolo integrale di Filippo Facci su Libero in edicola oggi, giovedì 11 ottobre  

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