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Addio a Casini, Fini e Di Pietro:rischiano di non entrare in Parlamento

L'Udc di Pierferdy al 3,8 per cento: sotto la soglia di sbarramento, fissata al 4. Per Gianfranco e Tonino l'ingresso in aula è solo un miraggio: sono al 2,5 e all'1,5%
di Andrea Tempestini domenica 9 dicembre 2012

Casini, Fini e Di Pietro

2' di lettura

  Da un lato il boom del Partito Democratico, che cavalcando l'effetto-primarie, secondo il sondaggio proposto da Enrico Mentana al TgLa7, flirta con il 35 per cento. Dall'altro il crollo verticale di tre vecchie volpi del Parlamento: Pier Ferdinando Casini, Gianfranco Fini e Antonio Di Pietro. Parte del rinnovamento, in politica, con tutta probabilità lo faranno le urne: con le percentuali di cui è accreditato, il terzetto resterà fuori dal parlamento. Nel dettaglio, l'Udc di Casini viene dato al 3,8%, sotto al 4% necessario per superare lo sbarramento. Disperata la situazione di Di Pietro (l'Idv arriva ai minimi, ossia l'1,5%) e quella di Fini, intorno al 2,5 per cento.  E Casini parla... - Il presidente della Camera, oggi, lunedì 3 dicembre, non ha proferito parola (ma che Futuro e Libertà di futuro in Parlamento non ne abbia è cosa nota da tempo). Casini e Di Pietro, al contrario, hanno rilasciato dichiarazioni che diventano "succose" alla luce del risultato proposto dal sondaggio di Mentana. Il leader centrista ha ribadito la sua diversità da Vendola e ha poi "chiamato" Bersani: "Vogliamo dare rappresentanza ai popolari e ai moderati, che sono tanti, che vogliono continuare nella ricostruzione del Paese. Come dice Bersani siamo tranquillì bisogna stare più tranquilli". Poi il consueto attacco a Silvio Berlusconi: "Se credo al suo ritorno in campo? Non dico che credo, non dico che non credo. Assisto un po' confuso...". Peccato che il Cavaliere, con una sua eventuale lista, venga dato attorno al 7%; alla guida del Pdl intorno al 18%: insomma, Berlusconi - in caso di ritorno in campo - a differenza di Casini in Parlamento ci entrerà. Tonino disperato - Quindi le dichiarazioni di Di Pietro, sempre più disperato: "L'Italia dei Valori - ha detto Tonino - ha partecipato alle primarie del Pd per individuare non solo il candidato premier di centrosinistra, ma soprattutto quale linea politica portare avanti. Ora Bersani deve decidere se è con Monti: in tal caso noi costruiremo una proposta politica alternativa. Se, al contrario, si pone in discontinuità con Monti, saremo vicini per costruire insieme un'alternativa". Già, "insieme". Di Pietro cerca in tutti modi di riagganciarsi al treno della sinistra, che però, di lui, non ne vuole più sapere. Tonino straparla di alleanze, ma il suo futuro appare certo: fuori dalle stanze della politica.  

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