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Calderoli: "Porcellum, le liste bloccate le volle Fini"

L'ex ministro leghista: "L'allora leader di An spinse per i listini bloccati perché i voti li prendeva al Sud. Berlusconi tolse la soglia per il premio di maggioranza"
di Andrea Tempestini domenica 18 novembre 2012

Roberto Calderoli e Gianfranco Fini

2' di lettura

  La verità, tutta la verità, nient'altro che la verità. Giura di rivelarla Roberto Calderoli, il leghista che suo malgrado firmò il "Porcellum" (anche se, sottolinea, "io quella legge elettorale l'ho definita Porcata. Porcellum fu una definizione di Giovanni Sartori"). "Ma adesso - spiega in un'intervista a La Stampa - vi racconto come andò". Il leghista punta il dito contro il "ricatto di Casini, che voleva il proporzionale stile Prima Repubblica. E se non gliel'avessimo dato non avrebbe votato la riforma costituzionale: si trattava della devolution, della riduzione di oltre il 20% dei parlamentari. Cedemmo al ricatto. Peccato che poi la legge fu stravolta - perché era un'ottima legge - e proprio Casini ne rimase fregato". "Le liste bloccate le volle Fini" - Calderoli, insomma, ritiene che la prima versione del "porcellum" fosse un ottimo testo. "Avevo messo una soglia per il permio di maggioranza al 40%. Sapete chi tolse la soglia? Berlusconi. Perché voleva il premio a tutti i costi". Poi il leghista racconta chi fu l'artefice del punto più contestato dell'intera riforma, i listini bloccati, che hanno cancellato preferenze e "infestato" il Parlamento di personaggi ambigui e discutibili: "Le liste bloccate non c'erano. Le volle Gianfranco Fini perché diceva che prendeva soprattutto voti al Sud e non si fidava delle preferenze". Sì, proprio Fini, quello che - sottolinea Mattia Feltri nell'intervista - "ora si straccia le vesti" proprio per i listini bloccati. E Calderoli chiosa: "Non aveva neanche tutti i torti. Ma fu proprio lui". Il ruolo della sinistra - L'ex ministro della Semplificazione snocciola poi altre verità. La prima, sul premio di maggioranza al Senato, che non fu assegnato su base nazionale: "Il presidente Ciampi disse che il premio doveva erssere su base regionale (...). Se Prodi non ebbe la maggioranza al Senato, e cadde nel 2008, lo deve soprattutto a Ciampi". Infine, anche le responsabilità della sinistra: "Nel 2006, con Prodi premier - conclude Calderoli -, d'accordo con Napolitano proposi una legge di sei righe che cancellava il Porcellum e riportava al Mattarellum. Non ci fu verso, rimase per mesi in commissione".  

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