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Alba Parietti: "Certi magistrati non pagano mai. Vorrei fondare un partito". E con Vittorio Sgarbi...

di Leonardo Filomeno venerdì 13 marzo 2015

3' di lettura

«Quello della giustizia è il problema più angosciante. Come puoi far andare in prescrizione il processo Eternit o dare il non luogo a procedere sul caso Ragusa?». C’è un vulcano che esplode dall’altra parte della cornetta. È la combattente Alba Parietti.

Berlusconi è stato assolto in Cassazione per il processo Ruby, con chi ha dato il via all’inchiesta come la mettiamo? 
«Ci sono giudici equilibrati e intellettualmente onesti. E poi ci sono quelli che leggono i nomi Parietti, Sgarbi o Corona e, potendolo fare, si divertono a farci un mazzo così, tanto sanno che un prezzo non lo pagheranno. Berlusconi? Ancora peggio. A torto o a ragione, il suo nome è ovvio che irriti».
La figura della donna è stata rispettata? 
«La gogna processuale la trovo incivile, grottesca. Vale anche per i media. L’arrampicatrice che riesce a ottenere uno status non la perseguiti, della precaria ne fai carne da macello. Sulla vita privata di Berlusconi nulla da dire, mi è pure simpatico. Nel ruolo di capo di governo, però, non puoi essere ricattabile. Lui lo era».
A dar retta alla Boldrini, il primo nemico delle donne è una grammatica ingiusta.
«Siamo all’utopia. L’utilizzo di determinate parole, se non trova riscontri radicati nella cultura, è inutile. La misoginia regna nei processi, nei casi di violenza, nel fatto che si sottovalutino le offese. Non quelle del corpo femminile esposto in tv, sia chiaro».
Si spieghi meglio. 
«Una donna può mostrarsi come le pare, senza che nessuno abbia il diritto di offenderla. Se sei forte e consapevole, puoi spogliarti. Se vieni manipolata, sei solo un oggetto».
Da chi le piacerebbe ricevere una candidatura? 
«Da Vendola. O da Landini, se fosse in politica. Paradossalmente, è più facile che me lo chieda Berlusconi (ride, ndr). Nemmeno Renzi si sognerebbe di propormi qualcosa. Rappresento ciò che a lui non va bene. Faccio il grillo parlante. E sono una donna. L’essere donna non è stato ancora digerito da nessuno».
Sgarbi definiva i ministri del governo Renzi «camerieri, figurine di nessun peso». 
«Preferisco parlare di figure politiche, che comunque non sono affatto dominanti. Le ministre sono ragazze brave e preparate ma non vedo la pasionaria. O un contraddittorio».
Né si vedono i fatti.  
«Mi pare ovvio. Renzi ha occupato un posto vuoto. Ha costruito una sinistra tanto amata dagli industriali quanto lontana da quella che avrebbero voluto Berlinguer o mio padre».
Ha mai pensato a un suo movimento? 
«Sarebbe un disastro, una strage dopo il primo giorno».
A lei piace sognare: fuori i nomi. 
«Il compianto Don Gallo prima di tutti. Con me avrei voluto anche Sgarbi, Landini, Travaglio, Padellaro, Scanzi, Morgan, Freccero. Un partito trasversale, anarchico, senza padroni».
Mezza redazione del Fatto, in pratica. E Vittorio Feltri le piacerebbe? 
«Perché no. Una mediazione tra destra e sinistra che in Italia non esistono più. Lo intitolerei a Voltaire. Il nome? Giustizia, arte e libertà».
Renzi vuole rivoluzionare la Rai. 
«In Rai la politica farà sempre la parte del leone. Nella tv generalista c’è molta gente incapace. Guglielmi è stato un grande direttore di rete, Freccero idem. Non voglio sminuire chi c’è ora ma chi si occupa di tv deve conoscerla bene. Deve averci lavorato».
In Rai queste figure le vede? 
«Solo in alcuni casi».
Alba contro tutti. Ma soprattutto contro chi? 
«Contro chi tradisce l’etica, gli ideali. Contro chi rincorre poltrone e poteri e non idee. È quello che avverto quando guardo la politica: una totale mancanza di dignità».
 

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