Giù, giù, giù

Sondaggio di Termometro Politico, Giuseppe Conte: crolla la fiducia, ecco le cifre

Salvatore Dama

Scende la fiducia in Giuseppe Conte. Secondo gli ultimi dati rilevati da Termometro Politico, i giudizi positivi sull'operato del presidente del Consiglio sono il 41,4 per cento. È una discesa libera rispetto ai picchi dei mesi scorsi, quando era arrivato, secondo alcuni istituti di statistica, addirittura al 70 per cento di gradimento. Che è successo al premier? Ci sono varie spiegazioni all'origine di questo calo di consenso personale. Sicuramente il fatto che per tre settimane abbondanti Conte ha fatto perdere traccia di sé. Si è preso una pausa, dopo mesi di stress e tensioni, per ricaricare le batterie. Ricomparendo l'altro giorno alla festa del Pd. Altra tesi: il consenso contiano è cresciuto in maniera artificiale durante il lockdown. Sia per la sovraesposizione del capo del governo, con continue dirette a reti unificate; sia perché gli italiani hanno giudicato positivamente il polso del premier nel gestire l'emergenza (salvo poi ripensarci); sia per una curiosa forma di sindrome di Stoccolma di massa, che andrebbe probabilmente studiata da sociologi o strizzacervelli. Fatto sta che, sempre secondo Termometro Politico, quella di Conte era stata un'ascesa costante.

"L'avvocato del popolo" aveva avuto una flessione comprensibile nel passaggio dalla Conte 1, sostenuto dalla Lega, al Conte 2, nato con l'appoggio del Partito democratico. Ma poi aveva riguadagnato terreno: «Il piccolo rimbalzo di gennaio e febbraio di quest' anno al 40,4% e al 39,1% aveva segnato una stabilizzazione su livelli dignitosi, ma a fare la differenza è stata l'emergenza coronavirus, che in Italia come all'estero ha segnato una fase di alta fiducia verso i governi al potere», si legge nell'analisi di TP. «Così il gradimento di Conte è velocemente risalito al 45,5% in marzo, al 49,9% in aprile e addirittura al 59% in maggio». In tre mesi questo consenso sembra essersi polverizzato. E ora ci sono alcune sfide che potrebbero ulteriormente ridimensionare il prestigio di Conte: le Regionali, il referendum sul taglio dei parlamentari, la riapertura delle scuole, la crisi economica montante, l'utilizzo dei fondi europei. Un percorso a ostacoli. Durante il quale il premier potrebbe anche finire per soccombere, se i partiti della maggioranza dovessero ipotizzare, come in effetti stanno facendo, di cambiare la regìa di Palazzo Chigi.

 

 

Secondo il 62,6% degli italiani le Regionali del 20 e 21 settembre «vedranno il centrodestra prevalere sul centrosinistra. Per il 24,6% il risultato finale sarà di 5-1 per il centrodestra, per il 32,1% di 4-2 mentre per il 5,9% finirà addirittura con un cappotto (6-0). Solo il 7,7%», secondo i dati elaborati da Termometro Politico per la trasmissione di La7, Coffee Break, «scommette su un trionfo del centrosinistra mentre il 16,1% prevede un pareggio. C'è anche un 4,5% che ipotizza il M5S vincere da solo almeno in una delle Regioni che andranno al voto». Ma quali potrebbero essere le conseguenze sul governo di una eventuale vittoria del centrodestra alle Regionali? «Solo 2 italiani su 10 credono a una caduta del governo Conte. La maggioranza relativa (45,2%) ritiene più probabile la nascita di tensioni con conseguente rimpasto». Il campione intervistato viene interpellato anche sul crescente numero di contagi da Covid-19. Di chi è la responsabilità di questa (quasi) seconda ondata? «Il 40,8% ritiene responsabili tutti, il 17,7% gli immigrati sbarcati e non controllati». L'aumento dei contagi, conclude Termometro Politico, «è legato alla riapertura delle scuole che agita i sonni del governo. C'è chi chiede un rinvio, ma la maggioranza degli italiani (65,7%) è favorevole a riaprire il 14».