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Anna Arecchia, unica candidata sindaco donna a Marcianise: "Voglio farla diventare una città modello. E De Luca si può battere"

di Antonio Rapisarda venerdì 18 settembre 2020

3' di lettura

«Scusi il fiatone ma sto facendo la “capillare”...». Da queste parti, a Marcianise – grosso centro alle porte di Caserta chiamato al voto per il rinnovo della sua giunta il 20 e 21 settembre –, significa “casa per casa”: campagna elettorale vecchio stampo. Per lei Anna Arecchia, professoressa, presidente del “Comitato nazionale per il diritto alla conoscenza delle origini biologiche” e candidata civica espressione di tre liste di area centrodestra (Marcianise nel cuore, Più sicurezza per Marcianise e Siamo Marcianise), si tratta di una sfida non solo politica ma etica: «Sì, dare voce a chi non ha voce».

Lei è l'unico candidato a sindaco donna della sua città. Sfida nella sfida?
"È un segnale di rinnovamento. Ma ancora più importante è avere avuto la fiducia dei cittadini che mi hanno chiesto, partendo proprio dal basso, di partecipare in prima persona. Tutto ciò è facile se hai accanto i partiti: è molto più complicato mettere in campo una proposta del genere se si parte invece come mera espressione del territorio. È questa la cosa che mi ha dato più orgoglio".
La peculiarità della sua proposta? 
"L’esperienza. La politica mi ha sempre interessato: sono stata due volte assessore alle Politiche sociali e all’istruzione. Ma l’impegno civile l’ho vissuto a 360°: perché mi occupo da sempre di volontariato e di diritti umani. Sta qui il mix della mia proposta: cercare di attuare, fuori dagli slogan, la missione politica come servizio per i cittadini".
Marcianise, dal punto di amministrativo, ha vissuto anni turbolenti. Che cosa si candida a fare da questo punto di vista? 
"Per fortuna siamo lontani dai problemi di giustizia di anni fa. Ma, è vero, Marcianise ha attraversato una stagione di scarsa stabilità: come è avvenuto con l’ultima giunta, costretta alle dimissioni. Ecco, mi auguro di procedere portando cinque anni di stabilità assieme alla giunta che ho in mente e al nuovo consiglio comunale. Per questo messo in piedi una squadra di fiducia. E la stessa cosa abbiamo provveduto a fare con le liste: espressione di una società civile attenta e affidabile. Solo così è possibile portare avanti i progetti che rispondono a una visione d’insieme".
"Città modello" recita non a caso il suo slogan. 
"Già. Pensi che inizialmente doveva essere “Marcianise normale”: modello di città normale. Sa perché? Perché qui manca quel decoro che poi dà anche la dignità oltre che la possibilità ai cittadini di vivere tranquillamente. Dovete sapere che a Marcianise non abbiamo una villa comunale, manca il verde pubblico: manca soprattutto alle famiglie questo che rappresenta lo svago più immediato e naturale. Per non parlare della carenza delle strade asfaltate, della rete fognaria, dello sport per i giovani. Sono proprio quest’ultimi a scappare, perché la movida, da sola, non basta".
È necessario il lavoro. 
"Esatto. E Marcianise è un polo industriale che sconta un accordo di programma che non è stato rispettato. Come il nostro interporto – l’Ised – che dovrebbe rappresentare un elemento di rilancio e che invece ha perso un terzo della sua forza lavoro...".
Una delle strade di Marcianise è dedicata proprio a suo marito: maresciallo dei carabinieri morto tragicamente nel corso di un’operazione di servizio contro la Banda della Magliana. 
"Un riconoscimento importante per la sua storia, per la nostra famiglia ma anche un modo per ricordare le vittime del dovere. Così come per me è un preciso dovere testimoniare attivamente ai giovani l’etica del servizio".
Domenica e lunedì si voterà anche per le Regionali. Si può battere Vincenzo De Luca? 
"Certo, abbiamo il nostro candidato Stefano Caldoro per questo. E noi ci batteremo per costruire una filiera importante con la Regione. Cosa che con De Luca è stata impossibile perché la sua amministrazione si è dimostrata scadente: tanta sceneggiata, tanto teatro ma di concreto niente. A partire dalla Sanità, oggi letteralmente a pezzi. Stesso discorso sull’emergenza Covid: ha finto di gestire la situazione instillando la paura e intimorendo i cittadini. Ma gli altarini sono venuti fuori comunque".

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