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Matteo Renzi contro Giuseppe Conte e M5s: "Premier come Clemente Mastella. E i grillini dipendono dalle sue mosse"

"Se le nostre idee danno fastidio, andiamo all’opposizione. Abbiamo la schiena dritta, non cediamo sui contenuti in cambio di tre poltrone". Anno nuovo, vecchio Matteo Renzi che in un’intervista rilasciata al Messaggero è tornato a incalzare Giuseppe Conte, che ha rilanciato la sfida in Parlamento. Il premier però è consapevole che senza i cosiddetti “responsabili” il suo governo è praticamente finito, e non è così scontato che riesca a trovarli, nonostante i suoi alleati minaccino elezioni che ovviamente non avverranno mai, molto più facile trovare un’altra maggioranza o cambiare premier.

"A mio giudizio ha sbagliato a chiudere così la verifica di governo - ha dichiarato Renzi - ma se ha scelto di andare a contarsi in aula accettiamo la sfida. Se qualche parlamentare vorrà appoggiarlo perché convinto dalle sue parole, bene. Mi fa sorridere che chi è entrato in Parlamento per aprirlo come una scatoletta di tonno (parla del M5s, ndr) finisca col dipendere dalle mosse di Clemente Mastella. Ma si chiama democrazia parlamentare e va bene così. Penso che Conte sia sicuro dei suoi conti, altrimenti avrebbe scelto la strada di un confronto politico prima di andare in aula".  Insomma, secondo Renzi, Conte ha delle idee su chi possa salvare il suo governo, su chi siano insomma i "responsabili". Una soluzione che però, stando ai rumors, non piacerebbe al Capo dello Stato.

 

 

Invece Renzi adesso si aspetta la convocazione del Senato, viste le parole del premier sulla sfida in Parlamento: "Mi sembra molto fiducioso sui numeri, altrimenti avrebbe usato un tono diverso in queste settimane. Se invece andrà sotto, abbiamo varie soluzioni diverse che potranno essere valutate dal Parlamento e dal capo dello Stato. Anticipare adesso la posizione di Italia Viva - ha chiosato Renzi - sarebbe mancare di rispetto al Quirinale". Insomma, bocche cucite per rispetto di Sergio Mattarella. Ma il piano, assicura Renzi, sarebbe già pronto. Un piano il cui punto fondamentale è uno e uno soltanto: il nome con cui sostituire Conte a Palazzo Chigi.