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Nicola Zingaretti, leadership nel Pd sotto assedio: le conseguenze dell'addio di Giuseppe Conte

di Alberto Busacca mercoledì 3 febbraio 2021

3' di lettura

Nicola Zingaretti si è impegnato tantissimo (vanamente) per tentare di salvare la poltrona di Giuseppe Conte. Il problema, però, è che adesso rischia di perdere la sua. Dopo la polemica con Concita De Gregorio, accusata dal segretario dem di essere una «radical-chic» per avere osato criticarlo, sul governatore del Lazio stanno piovendo critiche da molti guru della sinistra nostrana. E, cosa anche più grave, il segretario viene criticato persino all'interno del suo partito. Partiamo proprio da qui. Le parole poco gentili rivolte a Concita («Ho letto su Repubblica una pagina della De Gregorio, purtroppo ho visto solo l'eterno ritorno di una sinistra elitaria e radical-chic che vuole sempre dare lezioni»), hanno fatto arrabbiare alcune parlamentari dem. «Nicola», ha detto una di loro, come riportato dal Tempo, «non avrebbe mai fatto una cosa simile se a scrivere quel fondo fosse stato un uomo». E ancora: «Vergognosa prova di machismo, e proprio contro una donna di sinistra». Povero Zinga, considerato un bulletto dalle donne di casa.

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Punti di riferimento

Come detto, però, critiche al segretario sono arrivate anche da diversi intellettuali che sono da sempre punti di riferimento della sinistra. Come Michele Serra, ad esempio, che ieri, su Repubblica, è corso in aiuto della collega Concita accusando Zingaretti di parlare come la destra... Il succo del ragionamento, un pochino contorto, è questo: radical-chic è un termine usato dalla destra, un uomo di sinistra non lo deve usare neanche quando è arrabbiato... Tra i "cattivi", dalle parti dei fedelissimi del leader dem, è poi finito addirittura Fabio Fazio. La colpa del conduttore? Semplice: aver invitato Concita a Che tempo che fa a sparare su Zingaretti senza «un minimo di contraddittorio». Tu quoque, Fazio... E andiamo avanti. Perché ieri, per non farsi mancare nulla, una bastonata ai democratici è arrivata pure da Massimo Cacciari. Il Pd, ha spiegato il filosofo parlando con Italia Oggi, «non è un partito ma una sigla che raggruppa avanzi di altri partiti. Senza un progetto, senza un'anima. Esiste finché resiste al governo». Poi l'affondo su Zingaretti: «Speravo che riprendesse in mano il Pd dalla base, dall'organizzazione. Non ha fatto nulla o non ha potuto fare nulla». Un concetto ribadito ieri anche parlando a Radio Cusano Campus. Ci sono «resti di partiti che cercano un proprio straccetto di identità senza riuscirci. Speravo che Zingaretti mettesse mano a questa situazione, ma è stato travolto dalla crisi dell'estate del 2019 e poi dal Covid. Forse l'intenzione buona l'aveva, ma non è riuscito a realizzare assolutamente nulla». Abbastanza chiaro, no?

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Ex amici

Può bastare? Neanche per idea. Perché il fuoco amico, o almeno ex amico, continua con lo scrittore Roberto Saviano. Che, su Twitter, ci è andato giù duro con la regione governata da Zinga: «Lo scempio della prenotazione dei vaccini della Regione Lazio: pagine web non trovate, bug che segnalano errori, caricamenti pagine infiniti, server saturi, crash del sito. Qualcuno dovrà rispondere di questa inadeguatezza, di questo degrado, di questa inefficienza totale». E poi: «La cosa peggiore del disastro Regione Lazio è che ce lo aspettavamo. Abbiamo provato a non arrenderci al luogo comune, a esercitare la fiducia e la speranza che per una volta sarebbe stato diverso. Invece come al solito l'approssimazione è la regola». Ci si potrebbe tranquillamente fermare qui. Ma per capire quando sta messa male la sinistra è interessante sentire cosa pensa della situazione attuale Cristiano Lucarelli, ex giocatore del Livorno, il calciatore "compagno" per antonomasia. Quella di oggi, ha spiegato, è «una pseudo sinistra nell'Italia dei politici mestieranti e degli arrivisti». «Non vedo più il senso dello Stato», ha aggiunto, «da otto anni non voto. È assurdo che molti tra gli ideali portanti della Costituzione non siedano neppure in Parlamento. Chi ci rappresenta?». Insomma, il malcontento nei confronti del Pd è evidente. Avanti così e Zingaretti rischia di ritrovarsi in mezzo alla strada. Altro che Conte ter... 

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