I papabili

Paolo Gentiloni, l'outsider in corsa per il Quirinale: così può "fregare" Berlusconi per il dopo-Mattarella

I candidati più papabili nella corsa al Quirinale sono Sergio Mattarella, che dovrebbe così concedere un bis della sua presidenza, in scadenza il 3 febbraio, e il premier Mario Draghi che, lasciando Palazzo Chigi, aprirebbe allo scenario del voto anticipato. Sul primo fronte si è iniziato a muovere qualcosa con gli appelli di Roberto Benigni e Marco Mengoni, che hanno chiesto all'attuale capo dello Stato di rimanere ancora un po' al suo posto. Per Draghi, invece, si sono già espressi a favore importanti esponenti politici, a partire da Matteo Salvini e Goffredo Bettini. Non è escluso, però, che alla fine possa farsi strada verso il Colle un outsider di lusso, come scrive il Giornale.

 

 

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Tra chi aspira alla presidenza c'è Silvio Berlusconi, che otterrebbe sicuramente i voti del centrodestra e forse anche quelli di Italia viva. I voti necessari a raggiungere la maggioranza assoluta richiesta dalla quarta votazione in poi, infatti, sono 505. E da questo punto di vista, il centrodestra non se la passa male: conta 449 preferenze su 1.008 grandi elettori. Un numero che potrebbe salire fino a 494 con Iv. Tuttavia a mettersi di traverso potrebbe essere, quasi sicuramente, il Movimento 5 Stelle, che per il Cavaliere non ha mai provato molta simpatia.

 

 

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Dal fronte centrosinistra, invece, l'outsider in pole per il post Mattarella è Paolo Gentiloni, ex premier e ministro degli Esteri, ora commissario Ue agli Affari economici. La sua eventuale elezione dipenderebbe molto dai buoni rapporti che ha sia con Mattarella che con Draghi. I due presidenti , infatti, avrebbero un peso politico non indifferente nella partita. Uno degli ostacoli sul suo percorso, però, potrebbe essere rappresentato dall'ostilità di Matteo Renzi. Tuttavia - secondo il Giornale - "fallito il tentativo sul candidato di centrodestra, Gentiloni potrebbe riuscire a portare a casa anche una parte di voti di quello schieramento". Tra gli altri eventuali outsider ci sono, per la destra,  Gianni Letta e Marcello Pera; per il centrosinistra, invece, Dario Franceschini e Romano Prodi.