Sacre stanze

Gianni Letta, il "grillino": retroscena, una mossa spregiudicata per portare Berlusconi al Quirinale

Un endorsement che ha fatto parecchio discutere quello pronunciato da Silvio Berlusconi a favore del reddito di cittadinanza. Il leader di Forza Italia ha ammesso che il sussidio del Movimento 5 Stelle in fondo "aiuta a combattere la povertà". E così la sua definizione di "paghetta offensiva", pronunciata mesi fa, sembra solo un ricordo. Eppure i tempi cambiano e il Cavaliere ora vede sempre più vicina la corsa al Colle. Sulla candidatura pesano però alcuni voti mancanti. Di questo hanno discusso il Cav, Fedele Confalonieri, Gianni Letta, Antonio Tajani e i capigruppo Paolo Barelli e Anna Maria Bernini di prima mattina, in una colazione a Villa San Martino. Uno sprone ad attivare ogni relazione, fuori e dentro il Parlamento, spiega Repubblica. E dietro l'endorsement per il reddito, ci sarebbe proprio lo "zampino" di Gianni Letta.

 

 

L'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, infatti, vanta stretti rapporti sia con il Pd che con i Cinque Stelle. E non è un caso che Gianni Letta abbia di recente partecipato alla festa di compleanno di Goffredo Bettini, con Giuseppe Conte, Nicola Zingaretti e Dario Franceschini. Per portare Berlusconi allo scranno di Sergio Mattarella bastano pochi altri parlamentari oltre al centrodestra, che invece dovrebbe votare compatto in caso di sua candidatura (ancora l'ex premier non ha ufficializzato nulla, ma sottotraccia ci sta lavorando ndr). Proprio con questi obiettivi Letta senior e Confalonieri avrebbero avrebbero indirizzato il Cav verso dichiarazioni più soft, facendo un piccolo dietrofront sul reddito di cittadinanza.

 

 

Ma se dal lato giallorosso Berlusconi si è guadagnato qualche apprezzamento, lo stesso non si può dire degli alleati. L'uscita sul sussidio ha scatenato qualche malumore all'interno della Lega con Matteo Salvini alquanto perplesso e Giorgia Meloni, con la quale i rapporti erano già freddi, del tutto contraria. Dopo il pranzo di un mese fa nella residenza romana del leader azzurro, i tre alfieri della coalizione non si sono più rivisti. E un incontro non è previsto neppure questa settimana. Ma la scalata più difficile dell'ex presidente del Consiglio prosegue.