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Pd, la Bologna rossa sfregia il presepe: cosa appare in piazza

di Roberto Tortora mercoledì 24 dicembre 2025

2' di lettura

Bologna è notoriamente città d’arte, musica e stravaganze, così anche il Natale 2025 è un’occasione buona per la città per ritrovarsi al centro dell’attenzione. Anche se, in questo caso, è al centro di una polemica, che va ben oltre le luci e i mercatini: in piazza Maggiore, proprio davanti alla maestosa Basilica di San Petronio, sono spuntate infatti rocce gigantesche, massi quasi alieni che sembrano più frutto di un set cinematografico che di una tradizione natalizia. 

L’installazione si chiama “Iwagumi-Dismisura”, 19 megaliti gonfiabili alti fino a 14 metri, opera dell’artista australiano Nimrod Weis e voluta da Illumia e Bologna Festival per le festività. Secondo chi l’ha pensata, un paesaggio surreale che intreccia arte contemporanea e storia cittadina. Ma la reazione di molti bolognesi, e soprattutto di alcuni esponenti politici, è stata di sconcerto e ironia: “Ma cosa è quella roba?”, si chiedono in città, tra meme e battute social. Il commento più duro arriva dall’europarlamentare Stefano Cavedagna, esponente di Fratelli d’Italia, che non le manda a dire alla giunta comunale: “La giunta Lepore è allergica ai presepi. Ci rimangono solo i sassi giganti”.

Per Cavedagna, della sinistra capitana da Lepore, piazza Maggiore sarebbe stata sacrificata alle “installazioni artistiche” al posto delle tradizioni natalizie a cui i bolognesi sono abituati. E non finisce qui: Cavedagna rilancia l’idea per il prossimo anno, con un colpo diretto al cuore delle festività: “Per l’anno prossimo proporremo un bel presepe, magari proprio di fronte a San Petronio, la chiesa dei bolognesi”. I detrattori dell’opera definiscono i massi un “calcio all’estetica” della piazza, una scelta estetica discutibile che oscurerebbe la bellezza architettonica del cuore di Bologna mentre i sostenitori parlano di un “dono alla città”, un’opera immersiva e di respiro internazionale che dialoga con luci, colori e spazi urbani. Insomma, tra “sassi di Natale” ironizzati sui social e ambienti politici incandescenti, Bologna si ritrova in un dibattito che mescola arte contemporanea, identità cittadina e tradizione natalizia — e il 2025 chiuderà tra critiche, curiosità e qualche masso gigante di troppo.

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