Dimissioni impossibili

Roberto Speranza, Alessandro Sallusti: "Ecco perché gode della protezione di Sergio Mattarella"

Alessandro Sallusti

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, avrebbe mentito ai magistrati di Bergamo che lo hanno interrogato su ciò che avvenne nei primi mesi della pandemia, in particolare sulla mancata attuazione del piano pandemico che portò il referente italiano dell'Organizzazione mondiale della sanità, Francesco Zambon, a definire in un rapporto ufficiale la gestione dell'emergenza da parte del governo «caotica, improvvisata e creativa». Lo ha svelato ieri il quotidiano "Il Domani" che riporta anche una frase del procuratore capo di Bergamo Antonio Chiappani: «Il ministro Speranza non ha raccontato cose veritiere, anche questo dovremmo valutare». 

 

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Che il governo Conte in quel drammatico inizio del 2020 si mosse in modo scomposto e indeciso a tutto non è una novità, a prescindere da eventuali responsabilità penali, nonostante il premier, ospite nella trasmissione di Lilli Gruber, provò a rassicurare tutti: «Gli italiani possono stare tranquilli - disse - perché il mio governo è pronto ad affrontare l'emergenza». Di lì a poco fu un moltiplicarsi di focolai fino al dramma della Val Seriana, con il suo carico di morti, abbandonata per giorni al suo destino. Noi non vogliamo mandare al patibolo nessuno, ma certo è che la gestione dell'emergenza del duo Speranza-Arcuri ha fatto acqua da tutte le parti, il che sarebbe stato motivo sufficiente perché Mario Draghi, una volta entrato a Palazzo Chigi, licenziasse oltre che Arcuri - sostituito con l'efficiente generale Figliuolo - anche il mite Speranza. 

 

Così non è stato e così, scommetto, non sarà neppure alla luce delle dichiarazioni del procuratore di Bergamo. Paradossalmente Speranza è il ministro più blindato della compagine di governo. Non per meriti ma per protezioni. A partire da quella del presidente Sergio Mattarella, che del ministro apprezza la compostezza, fino ad arrivare a quella del suo partito, quel Leu nato da una costola del Pd, che non accetterà mai che il suo volto più noto dopo quello di Bersani possa subire lo smacco del licenziamento. Hanno voglia Salvini e la Meloni a chiedere le sue dimissioni. Fiato sprecato. Anche se risultasse davvero bugiardo, anche se questo renderebbe difficile credergli da oggi in avanti, Speranza resterà al suo posto. Insomma, fino che ci sono Mattarella e Draghi c'è Speranza.