Il governatore del Friuli

Massimiliano Fedriga e i vaccini, l'asse con Giorgia Meloni: "Effetti avversi e risarcimento danni"

Vaccino, quarantena, tamponi e risarcimenti. Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni e governatore leghista del Friuli-Venezia Giulia, in una intervista a Il Corriere della Sera, parla a 360 gradi della gestione della pandemia cominciando dall'eliminazione della quarantena per chi ha tre dosi non è rischioso, "gli esperti hanno evidenziato che la terza dose garantisce una grande protezione, soprattutto dalle forme gravi della malattia. Noi dobbiamo concentrarci sulle reali necessità. Altrimenti si finisce per non aiutare nessuno".

 

 

La Conferenza delle Regioni "ha proposto di estendere l'uso del green pass rinforzato, ma senza entrare nel merito specifico del lavoro. Per ulteriori implementazioni riteniamo sia necessario attendere", osserva Fedriga. In Consiglio dei ministri su questo punto la discussione è stata accesa, "come è normale che sia. Noi possiamo anche arrivare a quel risultato, ma a due condizioni: escludere chi è esentato per patologie certificate; fare una valutazione sulla legge 210 del '92 affinché venga interpretata in modo tale che lo Stato garantisca il risarcimento ai cittadini che dovessero subire danni dai vaccini". In sostanziale accordo con quanto sostiene da tempo la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni.

 

 

Quindi, rispetto a un possibile obbligo vaccinale "non continuiamo a buttare la palla in avanti", conclude il governatore friulano, "non si può firmare un decreto dietro l'altro senza che si sia atteso che il precedente abbia dato i suoi effetti. Tra 10-15 giorni valuteremo a che punto è l'emergenza e decideremo con maggiore cognizione di causa". Intanto "è passato il messaggio che tutti dovessero sottoporsi al tampone. La comunicazione convulsa ha scatenato il caos". Ora "penso che riuscire a tenere aperte le scuole sia un ottimo segnale. Vediamo tra dieci giorni quale sarà la situazione dei contagi".